Pubblicato il: 17/03/2016 alle 17:32
Scoprirono che aveva ucciso il figlio grazie alle microspie piazzate sulla tomba del giovane. Oggi per Stefano Di Francesco, 66 anni, la Procura di Caltanissetta ha chiesto l'ergastolo. Secondo la ricostruzione del pm Roberto Condorelli, Di Francesco (difeso dagli avvocati Michele Micalizzi e Giampiero Russo) il 9 gennaio 2013, durante una lite, colpì il figlio Piero al capo con un oggetto contundente facendogli perdere i sensi e poi, credendolo morto, ne caricò il corpo su una vecchia auto a cui diede fuoco. Il fatto si verificò nei pressi dell' azienda di famiglia, la “Tecnoambiente”. Secondo l'accusa padre e figlio litigarono per la gestione della ditta. Decisive, per il pm, le intercettazioni ambientali. Il padre, rivolgendosi al figlio morto, lo chiamava con il soprannome “cricchetto” e, parlando in dialetto, disse: “tuo padre che ti ha fatto? Mi sono messo nei guai… un solo colpo fu, per difendermi… mi pare che tiravi per me (volevi colpire me)”. La sentenza è prevista per aprile. La madre, il fratello e la vedova della vittima sono parti civili con gli avvocati Walter Tesauro, Margherita Genco e Danilo Tipo.