Pubblicato il: 28/04/2016 alle 20:13
L'audizione di Ruvolo all'Antimafia
Letteralmente caduta dalle nuvole. Un fulmine a ciel sereno per Leyla Montagnino, presidente del Consiglio comunale di Caltanissetta, la notizia che la Commissione regionale Antimafia presieduta da Nello Musumeci ha acceso i riflettori sul Comune di Caltanissetta, convocando il sindaco Giovanni Ruvolo, del segretario generale Rita Lanzalaco e del capo dell'ufficio tecnico Giuseppe Tomasella.
Sotto i riflettori, secondo i rumors trapelati dal palazzo, i presunti rapporti di alcuni consiglieri comunali con associazioni mafiose e criminali ma non solo. I membri dell'Antimafia regionale – che stanno scandagliando gli ultimi sei anni di vita governativa a Palazzo del Carmine durante i quali si sono alternati due amministrazioni, di centrodestra e centrosinistra – vogliono saperne di più sull'attività amministrativa che tocca settori “scottanti” di qualsiasi Municipio: urbanistica, rifiuti e trasparenza della burocrazia comunale.
Leyla Montagnino, esclusa da questa girandola di audizioni, ha preso carta e penna e questa mattina ha scritto proprio a Musumeci chiedendo di essere convocata in virtù del ruolo di presidente del civico consesso sul quale si addensano “ombre”. E sul caso la commissione consiliare Trasparenza presieduta da Toti Petrantoni ha convocato in fretta e furia la Montagnino per avere chiarimenti.
Nello Musumeci“Da ciò che riportano i giornali, su questa indagine sembrerebbe coinvolto il Consiglio comunale. Ci sono state delle segnalazioni alla Commissione antimafia, quindi il presidente Musumeci ha ritenuto di avviare indagine su fatti che ancora non si conoscono bene – spiega Montagnino, esponente del Partito Democratico -. Siccome c'è l'ipotesi di un legame di qualche consigliere comunale ad associazioni mafiose o criminali, io che non sono state sentita, ho ritenuto stamattina di dover fare una nota al presidente della Commissione Antimafia per essere ascoltata e capire cosa sta succedendo”.
C'è stata una richiesta di atti al suo ufficio? “Nessuna richiesta ufficiale, io non ero a conoscenza della vicenda. So che è stata chiesta una documentazione al segretario generale dell'ente. Quindi, il segretario generale in qualità di notaio dell'ente ha ritenuto di dover raccogliere all'ufficio di presidenza una serie di documentazioni da produrre alla commissione, ma nel dettaglio non so dire cosa sia stato prodotto”, osserva ancora Leyla Montagnino.
Sulla convocazione in commissione Trasparenza, la presidente del civico consesso ha detto: “Stamattina il presidente della commissione Trasparenza, Toti Petrantoni, mi ha contattato per avere notizie in merito. Io purtroppo non ero a conoscenza di situazioni che coinvolgessero ufficialmente il consiglio comunale, quindi ho riferito ciò che sarebbe stata la mia posizione, ovvero che avrei inviato immediatamente una nota per dare la mia disponibilità ad essere ascoltata da parte dell'Antimafia. I consiglieri hanno condiviso la mia posizione. So che la commissione Trasparenza vorrà sentire ufficialmente anche il sindaco e il segretario generale quindi vedremo ciò che avverrà nei prossimi giorni”. Alla domanda se si sente ancora garante del consiglio, Leyla Montagnino non ha esitato, rispondendo: “Decisamente sì, io sono garante del Consiglio e cerco di rappresentarlo al meglio. Faccio il mio meglio e offro il massimo per dare tutela al Consiglio. Certo, su queste vicende è chiaro che vado oltre la mia funzione di tutela però ritengo di fare di tutto per garantire il massimo della serenità di lavoro per i consiglieri”.
“Se da domani controllerò di più? Il controllo è sempre avvenuto – ha replicato la Montagnino -. Io penso che non ci sia bisogno di un ulteriore controllo alla luce di quello che è successo. Io penso che i consiglieri sappiano ciò che devono fare, sono sempre convinta che hanno operato sempre nella legalità e nell'interesse esclusivo della città. Di questo ne sono assolutamente convinta”.