Dagli allori all'oblio, il passo è stato breve. Brevissimo. Ne sono trascorsi di mesi – era il 25 settembre del 2015 – quando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rese omaggio ai carusi di miniera sepolti nel cimitero di Gessolungo voluto dal compianto Mario Zurli, presidente dell'associazione “Amici della Miniera”. Subito il Comune si precipitò per effettuare il restyling del piccolo camposanto dove vengono ricordati i caduti sul lavoro e che il capo dello Stato omaggiò con una corona di fiori portata da due corazzieri. Un ricordo che è già sbiadito, considerato che il degrado è ritornato. Erbacce ovunque al punto da coprire le croci, una lapide mai collocata e poggiata sul muro. Nessun fiore.
Le foto del prima e del dopo Mattarella raccontano un degrado inaccettabile. Non servono altre parole, se non quelle per evidenziare la grande disattenzione di chi amministra verso la memoria storica cittadina e di chi ha pagato un prezzo altissimo, sacrificando la vita per un pezzo di pane. Un continuo schiaffo alle vittime che, a distanza di anni, continuano a restare nel tunnel di chi non ha interesse a ricordarle.