Undici persone sono state arrestate dagli uomini della Guardia di finanza su ordine della Direzione distrettuale antimafia, che indaga per reati tributari, riciclaggio e associazione a delinquere con l'aggravante della finalità mafiosa. Agli arresti con l’ipotesi di riciclaggio c'è anche un noto avvocato del foro di Caltanissetta, Danilo Tipo, ex presidente della Camera Penale nissena, difensore in importanti processi di mafia come quello sulla strage di Capaci ed ex consigliere e assessore comunale allo Sport nella giunta di centrodestra guidata dal sindaco Campisi, dalla quale si dimise polemicamente non condividendo alcune scelte.
La notizia dell'arresto di Danilo Tipo questa mattina ha fatto il giro della città, dove il professionista è parecchio conosciuto e molti sono rimasti increduli dopo averla appresa, ritenendola inizialmente una bufala. Il penalista, nella sua ultra ventennale carriera, non ha difeso processualmente soltanto boss di mafia ma ha seguito casi di cronaca delicati come quello del biologo del Cefpas che annegò la figlia disabile nel mare di Realmonte. Una storia che commosse l'Italia per la sua drammaticità e che Tipo difese con grande passione, rievocando il dramma di un padre disperato.
Le società coinvolte ricorrevano a un sistema di fatture false per creare fondi neri. Il denaro era poi riciclato in Sicilia dove gli indagati avevano legami con la famiglia di Cosa Nostra di Pietraperzia. Il Gico della Guardia di Finanza sta effettuando un sequestro preventivo per circa cinque milioni di euro.
Nel mirino della Dda di Milano sono finiti gli allestimenti espositivi del Palazzo Congressi, dell’Auditorium, dei padiglioni della Francia, del Qatar e della Guinea, nonché dello stand Birra Poretti. Gli indagati sono accusati di aver ottenuto in maniera illecita appalti per 20 milioni di euro in tre anni all'ente Fiera di Milano, attraverso la società Nolostand. Fra gli arrestati ci sono gli amministratori del consorzio di cooperative Dominus scarl, Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, accusati di associazione per delinquere finalizzata a fatture false e altri reati tributari, appropriazione indebita e riciclaggio, con l’aggravante di aver agito per favorire Cosa Nostra, e segnatamente la famiglia di Pietraperzia, in provincia di Enna.