Girandola di interrogatori nel carcere di Opera a Milano per gli 11 incriminati nell'inchiesta Giotto su presunte infiltrazioni della mafia negli appalti Expo. Anche Danilo Tipo, il penalista di Caltanissetta accusato di riciclaggio aggravato dall'agevolazione alla mafia, difeso dall’avvocato Giuseppe Vaciago, ha risposto alle domande del gip nell’interrogatorio durato circa un’ora. «Ha chiarito la sua posizione – ha spiegato Vaciago – e sostenuto di non avere alcun legame con la mafia». Tipo è stato trovato, secondo quanto emerso dalle indagini, mentre trasportava sulla sua Fiat 500 dalla Lombardia alla Sicilia circa 295mila euro, ritenuti dalla Procura frutto di riciclaggio. Alla Guardia di Finanza ha riferito che erano i soldi in nero per delle parcelle ricevute da clienti.
Ha fatto qualche ammissione Liborio Pace, uno degli 11 arrestati nei giorni scorsi nell'ambito dell'indagine milanese relativa e legami tra Cosa Nostra ed Expo.
“Cosa Nostra non c'entra nulla. Non ho niente da nascondere, ammetto di aver provato a intascare circa 700mila euro attraverso false fatture, a partire da giugno del 2014, ma è andata male”, ha detto Pace nel corso dell'interrogatorio al carcere di Opera davanti al gip Maria Cristina Mannocci. Èaccusato di riciclaggio e di associazione a delinquere con l'aggravante di aver favorito la mafia.
Ha chiarito di essere stato licenziato dal consorzio Dominus per il quale lavorava, “una volta emerso il giro di false fatturazioni per circa 700mila euro”, ma ha escluso che ci siano state infiltrazioni mafiose in Expo o in fiera Milano. “L'unica colpa del mio assistito – ha detto il suo legale, Daniele Steinberg – è che è siciliano e un suo amico d'infanzia, al quale ha prestato 20mila euro per il matrimonio, è stato condannato per mafia”.