Pubblicato il: 19/07/2016 alle 17:49
Reggono anche in appello le accuse di mafia per tre imputati nel processo “Fenice”, accusati dai magistrati della Dda di Caltanissetta di far parte della cosca di Niscemi. La Corte d'Appello di Caltanissetta, seppur rideterminando le pene inflitte in primo grado, ha condannato Alessandro Barberi – ritenuto il reggente di Cosa Nostra nel Nisseno – a 8 anni, in continuazione con una sentenza del 1996, rideterminando la pena finale a complessivi 16 anni di reclusione. Barberi (nella foto in copertina) è ritenuto un esponente di spicco della famiglia mafiosa, forte anche del legame con il consuocero, il boss Piddu Madonia. Condanna a 10 anni, 1 mese e 10 giorni per Alberto Musto, pure lui di Niscemi, che secondo i magistrati avrebbe guidato la cosca mafiosa a seguito dell'arresto dell'ex boss Giancarlo Giugno. A 8 anni di reclusione, invece, è stato condannato Fabrizio Rizzo, che insieme a Musto è stato assolto dai giudici d'appello da un episodio di danneggiamento. I tre imputati sono stati arrestati nell'ambito dell'operazione “Fenice” della Squadra Mobile perché secondo l'accusa avrebbero cercato di ricostituire la cupola mafiosa in provincia di Caltanissetta. La Corte d'Appello ha inoltre condannato gli imputati a risarcire un imprenditore vittima del racket e l'associazione antiracket “Gaetano Giordano” di Gela, costituitisi parte civile.