Pubblicato il: 21/07/2016 alle 09:49
Attraversare le strisce pedonali mentre si scrive un messaggio su Whatsapp, aggirarsi per i marciapiedi scrivendo un post su Facebook o salire su un mezzo pubblico ritwittando l’ultima notizia. O inseguendo i Pokemon contagiati dall'ultima follia collettiva. Che lo si ammetta o no tutti noi magari senza rendercene conto ci comportiamo così essendo ormai dei ‘mobile dipendenti'. Lo “smartphone walking”, sguardo fisso allo schermo del telefonino, mette in serio pericolo la propria incolumità e la sicurezza delle altre persone. Un termine che nasce dal connubio tra i telefonini di ultima generazione, sempre più diffusi e la passeggiata con la testa china senza vedere ciò che succede attorno e ciò che ci circonda. Un atteggiamento che provoca sempre più incidenti, anche mortali. Un problema ormai così grave che solo pochi giorni fa, come riportato dal sito del Time, in Ontario l’amministrazione ha proposto di introdurre un divieto per i pedoni di utilizzare dispositivi wireless su strade e marciapiedi, mentre secondo i dati diffusi da Polfer, c'è un aumento in Italia del 33% anche delle vittime da attraversamento sui binari, dovuti molto spesso alla “distrazione tecnologica” tipica della smartphone walking.
L’australiana ABC ha condotto uno studio su 7000 ragazzi scoprendo che solamente per 6 su 10 girare per la città distratti da dispositivi tecnologici è un serio pericolo e il nipponico The Japan Times, che recentemente ha riportato uno studio del Mobile Marketing Data Labo, dal quale emerge che il 66% delle persone ha ammesso di essersi scontrata con un passante mentre utilizzava lo smartphone, il 18% è inciampato almeno una volta e, addirittura, ben il 4% è caduto alla fermata del treno; dalla stessa indagine è emerso inoltre che, nonostante il 99% dei giapponesi pensi che utilizzare lo smartphone durante gli spostamenti sia pericoloso, il 73% non si fa problemi a utilizzarlo comunque. La britannica BBC infine ha dedicato un articolo alle “text walking lanes”, ovvero delle corsie appositamente riservate a chi scrive messaggi o utilizza i social passeggiando per la città, create per la prima volta nella città belga di Antwerp.
Anche The New York Times si è occupato di questa tematica, pubblicando uno studio condotto dai ricercatori della Stony Brook University. Secondo l’indagine i pedoni distratti dagli smartphone virano come zombie nella direzione sbagliata e si scontrano contro cose o persone il 61% delle volte in più rispetto al normale; rischio corso soprattutto dai millennials e dagli over 50, che spesso incorrono in gravi infortuni come fratture e distorsioni. Un dato ancora più allarmante se si considerano le visite al pronto soccorso dovute alla smartphone walking, che negli Stati Uniti sono raddoppiate rispetto al 2010. Il crescente numero di infortuni, ma anche di morti, dovuti alla distrazione da smartphone ha spinto il governo federale a stanziare 2 milioni di dollari alle città che contrasteranno questa pericolosa tendenza.
Emblematico è il caso di Pokemon Go, il nuovo game mobile che incita a trovare i popolarissimi pupazzetti giapponesi in giro per la città grazie alla realtà aumentata, esplorando l’area circostante muniti di smartphone. Un gioco che sta generando una pericolosa “distrazione di massa”, monopolizzando il raggio visivo tra gli amanti della saga. Il New York Post ha segnalato il caso di uno studente che si è ferito cercando Pikachu a long Island, mentre ormai i musei a cominciare da quello di Washington sull'Olocausto e di Ground Zero a Manhattan e cimiteri monumentali come Arlington stanno imponendo uno stop. Un pericolo sottolineato anche dal dottor Claudette M. Lajam, chirurgo ortopedico della New York University, secondo cui la visione periferica di coloro che lui stesso definisce “digital deadwalkers” può diminuire fino al 10% del normale mentre si scrivono messaggi di testo.
“Social network e smartphone permettono di essere costantemente online – spiega lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano – sono il nuovo modo di comunicare, ma gli effetti collaterali? Non viviamo più nel qui ed ora ma siamo sempre da un'altra parte, sempre più avanti nel tempo, mai nel presente. Ci perdiamo tutto, la bellezza di una passeggiata, il contatto con gli altri. Per molti è il narcisismo che ci porta a volere a tutti i costi un palcoscenico senza pagare il prezzo dell'ansia di mettersi in gioco. Per altri è il bisogno perverso di ficcare il naso nella vita degli altri, per molti è un loop di ansia e stress, sempre alla rincorsa di chissà quale urgenza. Questo ci porta a non avere più interazioni con l'altro: quello che può scattare è una vera e propria dipendenza, una psicopatologia che si caratterizza per la perdita del controllo volontario del gesto che si trasforma in una schiavitù emotiva. Provate a dirvi ‘ora spengo il cellulare’: quanti di voi ci riescono senza ansia e senza il dubbio di perdersi qualcosa d’imperdibile?”.
Ma qual è l’identikit del perfetto “smartphone walker” italiano? Forse a sorpresa dallo studio di FOund! che, utilizzando oltre 5000 segnalazioni raccolte grazie agli osservatori sparsi per le 5 maggiori città italiane e su un panel di 25 esperti tra psichiatri e sociologi, ha realizzato un esperimento sociale : la prima story engagement factory in Italia, con l’obbiettivo di esaminare quali siano i comportamenti “tecnologici” urbani più pericolosi per la pubblica sicurezza – è emerso che i più distratti dalla tecnologia mentre camminano per le vie delle città sono gli uomini (58%), contro il 48% delle donne, che si sono rivelate più attente a ciò che le circonda. Per quanto concerne invece l’età, in pole position ci sono le persone tra i 30 e i 45 anni (58%), seguiti dai giovanissimi tra i 16 e i 29 (54%) e dagli over 50 (46%). Un atteggiamento molto più marcato nelle grandi metropoli urbane: nella speciale top5 infatti “trionfa” Milano con il 61%, seguita da Roma (58%), Napoli (56%), Torino (55%) e Palermo (53%).
La smartphone walking accomuna grandi e piccini, uomini e donne, da Nord a Sud, ma quali sono i comportamenti più frequenti nei due sessi? Per quanto riguarda gli uomini troppo spesso utilizzano lo smartphone mentre fanno jogging (62%), mentre portano al parco il cane (52%) e quando seguono i risultati degli eventi sportivi durante i match (47%). Le donne invece si distraggono con i dispositivi digitali durante lo shopping (61%), mentre sono al supermercato a fare la spesa (54%) e mentre accompagnano i figli a scuola (47%). “I grandi vantaggi apportati al genere umano dalla tecnologia hanno anche degli effetti collaterali, sempre più diffusi e pericolosi. Il rischio che questa invasione hi-tech porta con sé infatti non è solo quello di perdere di vista le cose più importanti, come la dimensione del saluto, le relazioni interpersonali e lo scambio d’opinioni, ma anche il mettere a repentaglio la pubblica sicurezza” dice il sociologo Saro Trovato, fondatore di Found! e promotore dell’esperimento sociale.
ECCO IL “GALATEO DELLO SMARTPHONE” PER GIRARE PER LA CITTÀ IN TUTTA SICUREZZA:
1. ALZA LA VITA, ABBASSA IL VOLUME
Quando si ascolta la musica o la radio con le cuffiette collegate al proprio smartphone durante una passeggiata è bene mantenere un volume che permetta di ascoltare i rumori del traffico cittadino, per riuscire ad avvertire in anticipo pericoli.
2. AGUZZARE LA VISTA ÈFONDAMENTALE
E’ molto importante rimanere focalizzati sulle persone e sugli ostacoli che si presentano lungo il cammino e che l’utilizzo dello smartphone potrebbe mettere in secondo piano. Un comportamento necessario per evitare collisioni e infortuni.
3. LE STRISCE PEDONALI NON SONO UN OPTIONAL
Rispettare il codice della strada è fondamentale, anche quando si utilizza il telefonino in giro per la città. E’ bene quindi attraversare solo sulle strisce pedonali, rispettare la segnaletica verticale e orizzontale, facendo attenzione ai mezzi e ai pedoni.
4. IMPORSI DELLE REGOLE
Per tornare a muoversi per la città in sicurezza è possibile imporsi delle regole: per esempio stabilire degli orari in cui siamo offline, cambiare la prospettiva scegliendo le cose veramente importanti o dedicare ogni giorno 10 minuti a “banali” gesti come camminare in un parco senza le interferenze della tecnologia.
5. FARSI DA PARTE PER NON INTRALCIARE
Se non si può proprio fare a meno di guardare lo smartphone durante una passeggiata, è quantomeno auspicabile farsi da parte per non intralciare il traffico. E’ consigliabile allenare gli altri a non ricevere risposte immediate. E’ bene fare una cosa alla volta, altrimenti non ne se ne farà realmente nemmeno una.