Una corsa contro il tempo per giurarsi amore eterno. Da una parte lui, Abdellatif Benmoumen, 40 anni, marocchino sul quale pendeva una richiesta di espulsione dall'Italia, dall'altra lei, Sara Arzani, 40 anni, ristoratrice originaria di Cuneo che da oggi sono marito e moglie. Un sì pronunciato col rito civile nella Sala Gialla del Municipio di Caltanissetta. A firmare sul contratto d'amore sono stati, come la prassi vuole, i testimoni. L'avvocato Michele Profeta per il marocchino, in duplice veste di difensore con altri legali per seguire l'iter ed evitare il rimpatrio di Abdellatif, e Francesco Umberto Iacona per la sposina. Il giovane marocchino, infatti, per un periodo è stato trattenuto nel Centro di identificazione ed espulsione di Pian del Lago fin quando il casus legato alla sua permanenza in Italia non si è sbloccato. Così i due sposini hanno deciso di pronunciare il fatidico sì proprio nel capoluogo nisseno. In una lettera, è proprio la sposa – titolare di un ristorante nelle montagne piemontesi – a rievocare questa storia di amore fra etnie diverse.
Il bacio tra gli sposi dopo il rito civile con il quale è stato sancito il matrimonio“Abdellatif l'ho conosciuto un mese fa – spiega l'avvocato Profeta -. Era un cittadino extracomunitario trattenuto presso il CIE di Pian del Lago in forza di un decreto di espulsione, come a migliaia ne transitano nel nostro Centro di Prima Accoglienza.
Quando l'ho conosciuto, all'udienza di convalida, mi ha subito detto che conviveva con una donna italiana e che stava per sposarsi quando è stato fermato dai Carabinieri e “trattenuto” a migliaia di chilometri dalla sua fidanzata. Di storie così, ne avevo sentito a decine, ma, non so perché qualcosa mi diceva che, stavolta, c'era del vero. Grazie anche a tutti quei miei concittadini che, nell'occasione, hanno dimostrato tolleranza ed accoglienza nei confronti dei due ragazzi, realizzando quanto auspicato dal Papa poche settimane orsono: “Chi fugge dalla propria terra per le guerre o la fame è “un fratello”.
Di seguito la nota di Sara e Abdellatif:
La nostra storia penso sia la storia di molti, forse solo con qualche intoppo e difficoltà in più, ma ha certamente come unico comune denominatore, un sentimento comune a molti, l’amore.
Amore che è nato per caso in un Albergo ristorante di montagna, nelle valli cuneesi.
Io, per questioni lavorative stavo cercando un aiuto cuoco e pizzaiolo.
Arriva quest’uomo, e quando è entrato dalla porta, io mi sono accorta subito che quella era una persona particolare, ma soprattutto ho sentito che mi sarebbe stato difficile lavorare con una persona che mi suscitava un così grande interesse. Ero stranita perché mai in 28 anni di lavoro mai mi era capitata una cosa del genere.
Però ho fatto appello alla professionalità e alla necessità e ho invitato Abdellatif a provare un week end con noi per vedere se anche lui fosse interessato al nostro lavoro.
E così fù, lui venne, provò e scoprimmo che stavamo costruendo una squadra lavorativa molto forte.
Però ci siamo resi conto subito tutti e due che non era solo un rapporto lavorativo ma stava nascendo qualcosa in più, soprattutto perché per qualche tempo eravamo costantemente a stretto contatto solo io e lui e quando si passa tanto tempo insieme, ci si racconta, ci si confida, e a volte ci si innamora come è successo a noi, velocemente, intensamente, ma in modo talmente naturale e inatteso che è poi difficile raccontarlo e renderlo reale, visto che sembra una follia a molti.
Quindi ad un certo punto abbiamo dovuto fare i conti con la realtà, per quanto assurda potesse sembrarci, anche noi, un po’ straniti e increduli abbiamo deciso di non lasciarci più.
Noi poi siamo due persone molto concrete e concentrate sul futuro per cui una volta presa la decisione di stare insieme abbiamo iniziato a fare un sacco di progetti, dichiarazioni di grandi sentimenti, fino a quando mi ha chiesto di diventare sua moglie e io ho detto sì.
Quindi la nostra vita procedeva con il vento in poppa, grande squadra di lavoro, grande amore a casa, insomma una favola.
Ma come spesso accade, il destino, la sfortuna, il sottovalutare il passare del tempo quando ci sono situazioni urgenti, ha fatto sì che Abdellatif fosse portato con un decreto di espulsione immediata al C.I.E di Caltanissetta.
Vi risparmio i dettagli di come è andata, perché alla luce di poi come è finita non mi interessa, però garantisco, che almeno nel nostro caso, è iniziato un calvario pazzesco che non è stato creato solo dalla difficoltà della situazione, ma in alcune fasi, anche dall’ignoranza, dall’incompetenza, e dalle stupide prese di posizione di alcuni impiegati statali che , forse, nella vita non hanno mai gestito situazioni di questo tipo.
Io capisco che in questo momento particolare, alla luce dell’emergenza e della confusione che c’è nel nostro paese per l’emergenza immigrazione ancora tutto sia da fare, organizzare, e determinare, ma molto spesso non si tiene in considerazione che le persone hanno doveri, ma anche diritti.
E proprio su questo hanno combattuto i nostri legali.
Io vi assicuro che ho sentito molte volte critiche sull’inefficenza del sud, sulla poca voglia di lavorare dei “ meridionali”, ed invece, io che abito da quasi tutta la vita in Piemonte, posso garantirvi che le più grandi difficoltà le abbiamo avute proprio dal Piemonte.
Ma grazie al destino e forse anche a Dio, ci ha dato una grande mano, perché fin da subito ci ha mandato 3 angeli.
I nostri angeli, ma a volte non troppo angeli, hanno un nome, rispettivamente Avv. Luisella Cavallo dello studio legale Cavallo di Cuneo e Monica, collega impagabile dell’avvocato Luisella, e Avv. Michele Profeta dello Studio legale Giorgio Profeta di Caltanissetta, che da solo fa per tre.
Loro con la materia in mano e nel cervello, con la velocità del detto fatto, con la professionalità, ma soprattutto con la passione per una materia ancora tutta da gestire e determinare, con la grande voglia di riuscire a far valere dei principi e dei diritti fondamentali della costituzione italiana, e con grande umanità, hanno lavorato senza sosta, annullando il loro meritato periodo di ferie, si sono scontrati con il mondo intero, ma sono riusciti a mettere un importantissimo tassello di giurisprudenza che secondo me creerà sicuramente un bel precedente giuridico.
Perché dico questo, perché nel nostro caso non solo i legali hanno lavorato per portare a termine, e con un lieto fine la nostra storia, ma hanno dato una grande prova di riuscire a creare un lavoro di cooperazione tra i due studi a distanza, ma non solo, sono insieme, riusciti a coordinare e a far collaborare attivamente tutte le istituzioni coinvolte in questa vicenda.
E credetemi che, spesso e volentieri questa cooperazione, non è per niente semplice; però proprio la buona volontà e la voglia di riuscire nel portare a termine l’obbiettivo e nel fare il proprio lavoro non solo per dovere, ma anche per passione, hanno fatto sì che anche gli organi più difficili, articolati e burocratici, seguissero alla lettera le regole, ma utilizzando la velocità, il buon senso e rendendosi conto della delicatezza del problema.
Parlo della Prefettura di Caltanissetta nella persona della Dott.ssa Leone Rita e del Dott. Barbaro, del Prefetto in persona, delle impiegate addette alla registrazione dei provvedimenti, del capo di Gabinetto, e dei colleghi di questi, che tempestivamente concessero il permesso di visita al C.I.E. e in questo modo hanno dato un valore aggiunto e una prova tangibile nel decretare che in effetti il nostro matrimonio era cosa reale.
Il Comune di Caltanissetta ufficio anagrafe nelle persone della Sig. ra Michela, e Sig.ra Rita, responsabili dell’ufficio, in un momento dove, causa ferie e mancanza di personale, sono riuscite a preparare il nostro incartamento alla velocità della luce.
E poi non in ultimo, ma perché va spesa una parola di grande plauso, la Questura di Caltanissetta, l’ufficio della Questura che gestisce il C.I.E.., nella persona dell’Illustrissimo Questore, ma sottolineo soprattutto l’alta esperienza e professionalità del Dott. Garufi, grande esempio di come un giovane, ma solo per l’età, possa essere però dotato di grande conoscenza, esperienza, uomo di grande spessore e umanità allo stesso tempo.
Ma gli agenti della Polizia, Carabinieri, Finanza ed Esercito Italiano non sono da meno.
E poi la Direttrice del C.I.E. e i suoi collaboratori della cooperativa.
Persone che lavorano ogni giorno cercando di destreggiarsi tra le grandi difficoltà dell’emergenza, con spesso poche o nulle risorse e mezzi, in situazioni spesso gravi e urgenti, ma che riescono nonostante tutto a mantenere il sorriso e fanno del loro meglio per mantenere anche un po’ di umanità.
Certo queste sembrerebbero solo parole di grandi elogi per qualcuno, però è molto facile parlare sempre male, quando le cose non vanno, forse invece, se noi Italiani iniziassimo anche a sottolineare un po’ di più le cose belle che succedono nel nostro paese, beh, magari, ci potremmo riappropriare di un po’ di autostima che molto spesso ci manca.
A noi è andata bene, ma vi posso garantire che senza l’aiuto e la tenacia di tutti questi elementi la storia non sarebbe andata così a lieto fine, perché noi abbiamo passato i 20 giorni più brutti della nostra vita, ma è un lieto fine perché il nostro matrimonio si celebrerà lunedì 22 agosto 2016, alle 16 presso la sala gialla del Comune di Caltanissetta, perché poi tutto sommato siamo due persone positive, che non hanno mai ceduto, che cercano di risolvere il problema, non di guardarlo e basta, ma posso giurarvi che invece c’è molta rabbia e rancore con alcuni personaggi, ma non intendo nemmeno nominarli. Significherebbe dal loro importanza e farli entrare nella mia vita e in quella di mio marito, scendere ad un così basso livello e permettere loro di compiere ciò che intendevano fare, il disturbo di due semplici vite e per questo non intendiamo dal loro tutta questa importanza e potere.
L’unica cosa che ci sentiamo di dire, che alcune persone più grandi ed importanti di noi ci hanno dato un prezioso consiglio: siediti sulla riva del fiume ed aspetta il cadavere del tuo nemico che passa…ed è garantito che prima o poi passerà, e noi abbiamo una meravigliosa e lunghissima vita felice per attendere.
In ultimo voglio spendere due parole sugli abitanti di Caltanissetta.
Io per lavoro ho avuto la grande fortuna di girare il mondo e conoscere molteplici tipologie di persone, ma come la gente e gli abitanti e i commercianti di questa città, ve lo giuro…mai.
Persone, tutti, dotati di un carisma, di un'umiltà, umanità e solidarietà incredibili.
Per cui grazie a Inno, Ilaria Cristina e Sharon dell’Hayr Studio di Caltanissetta, a Giuseppe, Nauel, Vincenzo, Andrea dello Shaker Bar di Caltanissetta, al Sig. Dario dell’hotel Plaza, ad Emanuele , ormai mio taxista personale e alla sua meravigliosa famiglia.
Siete persone speciali, gente di Caltanissetta, vi avremo sempre nel cuore, vi porteremo sempre con noi e speriamo di rivedervi preso. L’unica cosa che possiamo dirvi, a tutti è Grazie, dal più profondo del cuore.