Pubblicato il: 20/10/2016 alle 10:47
Magistrati, amministratori giudiziari, professionisti. Tutti tasselli di un vasto e consolidato “sistema”, che ha dato corpo a un “modello criminoso, familistico e clientelare” di gestione. Non si ferma l'inchiesta sulla precedente gestione anomala dei beni sequestrati e confiscati a Palermo. La Procura di Caltanissetta, che oggi ha disposto il sequestro di beni a carico dell'ex presidente della Sezione misure di prevenzione Silvana Saguto e di alcuni amministratori giudiziari, conferma che sono stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza penalmente rilevanti anche a carico di altri indagati. Allo stato, sono settantanove i capi di imputazione contestati a venti persone sottoposte a indagini. Sono stati redatti, spiegano i magistrati, oltre centotrenta verbali di assunzioni di informazioni da persone informate sui fatti; sono state compiute decine di mirate acquisizioni documentali, presso diversi uffici giudiziari siciliani, presso le Universita' di Palermo e di Enna, presso la Prefettura di Palermo e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia; sono stati analizzati gli atti di oltre cinquanta procedure di prevenzione, spesso con i relativi provvedimenti di liquidazione, secondo “un andamento a spirale e un metodo di riscontri progressivi tra esiti delle attivita' di intercettazione, analisi della documentazione acquisita ed esame delle persone informate sui fatti che ha consentito di contestare, allo stato, settantanove capi di imputazione a carico di venti persone sottoposte ad indagini, di tessere strettamente insieme gli elementi raccolti, di farli dialogare con ordine, di dare corpo al ‘sistema', delimitando saldamente un orizzonte per la chiusura di questa prima fase delle indagini”.