Pubblicato il: 20/08/2013 alle 07:30
In un momento storico in cui la violenza di genere ha raggiunto proporzioni allarmanti, il movimento civico spontaneo Officina93018 di Santa Caterina Villarmosa ha elaborato il progetto “Chi ti pesta Non ti ama” volto ad accrescere la consapevolezza della cittadinanza caterinese e a sensibilizzare i giovani per contrastare il fenomeno del femminicidio, proponendo concretamente un’occasione in cui emerga un deciso no alla violenza sulle donne.
“La radice di tale fenomeno è strettamente culturale – spiegano i promotori dell'evento – è il frutto di pericolosi residui della peggiore cultura patriarcale e maschilista che vede la donna quale un oggetto di proprietà dell’uomo. Il femminicidio rappresenta la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più articolato: soggiogazione psicologica, stalking, violenza domestica, stupri, discriminazioni, mancanza di diritti tutti caratterizzati dal silenzio, dall’abolizione della parola. Le donne assumono le sembianze di fantasmi e la violenza di genere appare quale un rumore di sottofondo. Il silenzio è complice della violenza. Le parole e le immagini hanno il potere di favorire e indirizzare le azioni, le parole organizzano il dissenso e la cultura lo costruisce. Èper questo che bisogna parlare di femminicidio, problematizzare la tematica, e ammettere la sua esistenza. Ènecessario un radicale cambiamento di mentalità da parte degli uomini e una forte presa di coscienza da parte delle donne. Al fine di incentivare una cultura di rispetto dei diritti e della persona, per diffondere principi, idee e valori che accompagnino concretamente il “no” alla violenza di genere, dal 19 al 22 agosto, l’Officina93018 ha posto in essere azioni di sensibilizzazione attraverso una campagna di comunicazione sociale: produzione e distribuzione di materiale informativo, campagna di web-communication per la diffusione in rete, estemporanea creativa d’arte di Luigi Miraglia che, oltre la Piazza Garibaldi, vedrà coinvolti numerosi esercenti commerciali locali, un “ritratto di donna” di Cosimo Lipari e una mostra fotografica itinerante di Domenico Fiandaca dal titolo “Segni di non amore”. Non possiamo accettare che ogni due giorni una donna venga assassinata dal compagno, marito, fidanzato, fratello. Non è possibile restare indifferenti, agire è indispensabile. Ora. Oggi. Sempre”.
Sono choc le foto realizzate da Fiandaca, che è possibile ammirare fino al 22 agosto. Danno la sensazione, orribile, di assistere coi nostri occhi ad un episodio di violenza perché orribili sono le espressioni delle donne ferite e violate che Fiandaca ha ritratto con grande genuinità. La mostra “Segni di non amore” di Domenico Fiandaca sarà visitabile fino al 22 agosto. Fiandaca, caterinese, considera la fotografia un hobby ma anche un mezzo indispensabile per connettersi con ciò che vede. “Per me scattare fotografie è quasi un istinto naturale, come il respiro. Mi piace in particolare cogliere l'elemento umano attraverso l’obbiettivo, mi piace quindi la “fotografia di strada”, perché veicola messaggi provenienti dalla realtà e, attraverso la discreta osservazione, l'attesa dell’istante fortunato, la rapidità nel cogliere il momento perfetto, riesce a raccontare frammenti della vita quotidiana e a renderli unici e decisivi. Il progetto: “Segni di non amore” – fotografie bugiarde di situazioni che avvengono davvero, s'inserisce all'interno della campagna promossa dal movimento Officina 93018 volta a sensibilizzare l'opinione pubblica contro la violenza sulle donne, fenomeno attualissimo che si realizza attraverso atti persecutori di tipo psicologico e fisico e ha come sua estrema conseguenza il femminicidio”.