Pubblicato il: 22/10/2013 alle 11:27
Al Centro Alzheimer di Caltanissetta, gestito dalla società cooperativa Etnos, è stato avviato un nuovo servizio finalizzato a stimolare, mediante l’utilizzo di bambole “speciali”, una risposta emozionale nei pazienti della struttura. Il laboratorio Doll Therapy consentirà di mettere in atto un innovativo trattamento non farmacologico il cui obiettivo vuole essere l’arricchimento di nuovi stimoli nell’approccio relazionale per i malati con un deterioramento cognitivo grave e medio-grave. L’accudimento delle bambole empatiche permette infatti di instaurare una nuova forma di comunicazione con gli assistiti, spronandoli nell’attivazione di relazioni tattili e cognitive, nel dialogo, nell’esternazione delle loro emozioni e, soprattutto, nel recupero delle loro funzioni genitoriali vissute nel ruolo di madre o padre.
All’interno della struttura, in una zona protetta, è stata realizzata una vera e propria “nursery” con fasciatoio, vasca da bagno per neonati, passeggino, accessori utili per l’accudimento dei “bebè” in una caratteristica atmosfera con sottofondo musicale che riproduce le “ninna nanne” di un tempo. Le protagoniste indiscusse di questa terapia sono le bambole che, da giocattoli, diventano un vero e proprio strumento terapeutico che sembra voler riprodurre a perfezione le caratteristiche dei lattanti.
Lo sguardo, il peso, la “pelle” vellutata e morbida, il profumo emanato e il battito cardiaco (riprodotto mediante un meccanismo elettronico posto al loro interno) facilitano la creazione della relazione con i malati di Alzheimer.
Questa iniziativa, le cui origini sono da attribuire alla psicoterapeuta svedese Jakobson, è stata avviata in via sperimentale nel Centro di Caltanissetta con l’inserimento di una prima empathy doll e, constatati gli ottimi risultati riscontrati dagli operatori della struttura, tale progetto è stato di recente riproposto e consolidato con l’introduzione di altre quattro bambole oltre all’ideazione dello “spazio protetto”. Grazie a questo servizio, infatti, è stato riscontrato un miglioramento della gestione assistenziale in quanto, l’utilizzo delle bambole empatiche, allenta lo stress dei pazienti stimolando una diminuzione dei disturbi comportamentali; inoltre, l’osservazione del comportamento dei pazienti durante la terapia, permette agli educatori, una vera e propria valutazione qualitativa delle abilità che sono andate perdute e quali possono essere invece recuperate.
“Èimportante sottolineare che questa terapia permette ai pazienti di vivere momenti di profonda intimità alla ricerca di sé stessi e di quegli istinti protettivi sepolti da tempo e, nel tentativo di creare una relazione con gli educatori, si instaura e si rafforza il legame affettivo con gli stessi – dice il presidente della cooperativa, Fabio Ruvolo – Affidando queste “bambole emozionali” ai pazienti con Alzheimer, si trasferisce anche la sensazione di fiducia nell’accudimento delle stesse. Le risposte emozionali alla Doll Therapy possono diversificarsi in base alla gravità della malattia e alla differenza di sesso dei pazienti, ma nella maggior parte dei casi, queste bambole riescono a tirar fuori da queste persone quelle emozioni, quei sentimenti positivi e quella dolcezza che sembravano essersi assopite.
Per maggiori informazioni alle famiglie che vivono la malattia, è possibile chiamare il numero 0934-510323 oppure recarsi in viale Luigi Monaco n. 109 presso la RSA dell’Asp n. 2.