Pubblicato il: 20/11/2013 alle 15:45
Chi era Luciano Scarabelli? E perché la nostra biblioteca è stata dedicata a questo personaggio piacentino? Domande che qualche nisseno può essersi posto ma alla quale pochissimi hanno saputo rispondere. A mettere le mani tra le pagine polverose per restituire alla città un patrimonio storiografico si è cimentato Antonio Vitellaro, presidente della società nissena “Storia Patria”.
Questo pomeriggio, nei locali della società nissena in Via Xiboli (all’ingresso del Villaggio Santa Barbara) lo storico racconterà l’interessante studio su dante portato avanti da Scarabelli che, in tutta la sua vita, si è cimentato in argomenti  storia, economia, statistica, archivistica e letterari.
“Scarabelli – spiega Vitellaro – non fu un esegeta della Divina Commedia, ma un appassionato e infaticabile studioso dei codici danteschi (la fatica immensa che avvicina la lezione dantesca al suo originale, egli diceva); ebbe così modo di collaborare con i più grandi studiosi di Dante, che in quegli anni erano quasi tutti stranieri, principalmente tedeschi, ma anche inglesi e svizzeri, che lo apprezzarono per il suo lavoro. Si può ben dire che Luciano Scarabelli rifondò gli studi danteschi in Italia dopo l’unità d’Italia.
A lui si deve anche una moderna e precorritrice posizione sulla tanto discussa questione della lingua: la lingua nazionale della nuova Italia non potrà essere imposta per legge, ma si formerà con il progredire della cultura (per il movimento delle menti, egli diceva), con il concorso di tutte le regioni italiane”.