Pubblicato il: 03/12/2013 alle 14:52
Opportunismo e opportunità, antimafia e professionisti della medesima, burattinai e compromessi della politica e delle gerarchie ecclesiastiche in terra di Sicilia – temi già cari a Leonardo Sciascia – sono stati il filo conduttore della conversazione con Salvatore Falzone, autore del giallo “Piccola Atene”, ambientato proprio a Caltanissetta, che si è tenuta da “NonsoloEdicola”, promossa dalla nascente associazione “Amici del cortile letterario”.
L’iniziativa è la prima di una serie che sarà programmata nelle prossime settimane, subito dopo la formalizzazione della nascita della nuova associazione culturale cittadina, che candida l’edicola-libreria di viale della Regione a diventare punto di riferimento per confrontare idee e promuovere cultura e dibattito.
Prendendo dunque le mosse dal romanzo del giornalista sancataldese, che narra di un giovane che s’improvvisa detective e mette a nudo meccanismi e menzogne di poteri forti che tengono in scacco un intero territorio muovendo varie leve, la riflessione si è allargata alla condizione attuale di Caltanissetta e del suo territorio, privati di un’identità sociale, culturale, di prospettive di sviluppo economico, passate sempre attraverso scelte discutibili di chi si è avvicendato alla guida dei vari governi locali. Puntato il dito anche sul perpetuarsi di antiche (cattive) abitudini che vedono il lavoro, diritto costituzionalmente sancito per ognuno di noi, usato dalla politica (ma non solo) di ieri e di oggi come strumento di potere e di ricatto sulle nuove generazioni, dal precariato a vita per tenere al guinzaglio, spacciandolo per privilegio, giovani disperati che elemosinano briciole di dignità fino all’ostracismo per chi non si piega alle regole dell’ingiustizia. Acute le riflessioni della moderatrice Silvia Pignatone, che ha evidenziato come tutto dipenda comunque sempre e solo da chi sceglie la classe politica che ci governa e dunque come sia possibile cambiare solo se lo si desidera davvero.
Il dibattito ha visto la presenza e la partecipazione di un pubblico numeroso, tra cui anche ex rappresentanti istituzionali ed aspiranti tali che non sono comunque riusciti ad andare al di là della consueta autoreferenzialità, senza riuscire a cogliere l’implicita provocazione di Salvatore Falzone a cambiare passo (dalla politica all’imprenditoria, dalla formazione all’informazione), facendo ognuno la propria parte senza pensare sempre e solo agli interessi personali.