Pubblicato il: 11/03/2017 alle 10:07
Nota poitica del gruppo consiliare del Polo Civico che di seguito pubblichiamo:
“Èparadossale che in un periodo di crisi generalizzata nel quale serietà e coerenza dovrebbero essere segni distintivi dell’azione politica, viceversa con evidente sciacallaggio mediatico documenti politici vengono derubricati a semplicistiche fibrillazioni interne. La denuncia che i gruppi consiliari del Polo Civico e dei Centristi per la Sicilia hanno voluto avanzare non riguarda diatribe interne all’Alleanza, ma è una chiamata di responsabilità per tutte le rappresentanze politiche in seno al Consiglio comunale. La maggioranza, come l’opposizione in un contesto sociale e politico maturi, non possono ridursi ad azioni di demolizione reciproca e permanente. I luoghi della rappresentanza sono luoghi sacri nei quali ognuno deve consapevolmente sentirsi parte e emblema dell’intera comunità dei nisseni. Con questo spirito stiamo cercando di riportare il dibattito politico sui binari della concretezza e dell’austerità. La nostra città già da tempo patisce una crisi di identità e di prospettive di sviluppo economico. Ridurre il dibattito, che dovrebbe riguardare idee e azioni, a scontro personalistico non ci appartiene. Sono tante le forze positive che operano individualmente con senso di responsabilità, ma questo non basta. I lavori nelle commissioni ed in Consiglio comunale devono essere visibilmente e coerentemente efficaci, per il bene pubblico e non a tutela di posizioni. Èper questo che come Consiglieri del Polo Civico –Cives 3.0 abbiamo a cuore la partecipazione effettiva dei cittadini sulle scelte amministrative ed un assetto organizzativo e burocratico adeguato a questa previsione, che per noi è sempre stata prioritaria rispetto all’ordinaria amministrazione. Non possiamo più pensare di utilizzare il denaro pubblico con faciloneria e senza una visione di prospettiva condivisa. In questo senso abbiamo voluto dare un segnale di coerenza ai cittadini rinunciando al gettone di presenza per una seduta consiliare che ha avuto un costo di circa 2000 euro a fronte di una discussione con un unico punto all’o.d.g. di un debito fuori bilancio dell’ammontare di 2.800 euro. Non accettiamo però gli atti di sciacallaggio politico che si sono innescati: nulla di stizzoso connota il nostro atto, né di provocatorio. Rivendichiamo, però, la nostra identità e il senso della nostra funzione di consiglieri, a cui vogliamo semplicemente attenerci”.