Pubblicato il: 11/03/2017 alle 16:18
L'ultimo giorno, ore prima che riuscisse a sfuggire ai sospetti aguzzini, avrebbe tentato di contattare la madre al telefono. Qualche chiamata appena accennata, solo abbozzata, che dai tabulati telefonici risulta.
É emerso ieri al processo a cinque immigrati accusati di avere tenuto prigioniera una studentessa di San Cataldo per cinque giorni, abusando di lei, facendola prostituire e imbottendola pure di droga.
E ieri nella ricostruzione delle fasi che hanno poi sortito la cattura dei sospetti carcerieri, sono affioranti alcuni passaggi a tratti assai dolorosi. Come la paura, il terrore che sarebbero stati dipinti sul volto della ragazza mentre, con i carabinieri al suo fianco, si stavano avvicinando alla presunta casa lager.(Vincenzo Falci, Gds.it)