Pubblicato il: 24/03/2017 alle 10:15
Questa notte i Carabinieri della Tenenza di San Cataldo, con la collaborazione di unità cinofile di Palermo e di militari delle compagnie di Caltanissetta, Catania Piazza Dante, Catania Fontanarossa e Gravina di Catania, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Caltanissetta. Questi i nomi degli arrestati: Cristian Ivan Callari, 26 anni, Giuseppe Colasberna, 38 anni, Rosario Diliberto 47 anni, Michele Callari 34 anni, (tutti sancataldesi ),Fabio Colore 42 anni di Caltanissetta e Davide Intravaia 33 anni di Catania. Un settimo soggetto, pluripregiudicato, è attivamente ricercato, in quanto colpito da medesimo provvedimento ma resosi irreperibile.
L’operazione, denominata “KITT”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, ha permesso di individuare i responsabili di una pluralità di reati contro il patrimonio e in materia di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, consumati prevalentemente nel territorio del Comune di San Cataldo.
Nel corso delle indagini, iniziate a settembre 2015, a seguito di una violenta rapina in abitazione avvenuta a San Cataldo, è emerso che alcuni degli odierni arrestati, nel corso dei numerosi furti in abitazione compiuti, erano riusciti anche ad impadronirsi di svariate armi da fuoco.
E' stato inoltre acclarato che Ivan Cristian Calari e Giuseppe Colasberna avevano “reinvestito” da parte dell'illecito guadagno nell'acquisto e successivo spaccio nel mercato locale sancataldese di sostanza stupefacente del tipo cocaina, che si procuravano tramite pregiudicati della provincia di Catania. Attraverso le indagini tecniche si sono anche individuati gli autori dell'incendio doloso di un'autovettura avvenuto a San Cataldo nel gennaio del 2016. Eseguite, con l'ausilio di unità cinofile di Palermo, specializzate nella ricerca di droghe e armi, perquisizioni domiciliari a carico di tutti i sei soggetti arrestati con esito negativo.
L'operazione è stata denominata Kitt in riferimento al fatto che l'attività investigativa si è basata principalmente sulle intercettazioni ambientali captate mediante una “cimice” posizionata nell'auto utilizzata negli episodi criminosi. Nel corso dei furti sono stati rubati soldi, gioielli ma anche mobili con i quali alcuni degli arrestati avrebbero arredato casa.