Liti tra compagni di cosca per la spartizione dei proventi dello spaccio di droga tra Caltanissetta e San Cataldo e lo sfruttamento della prostituzione visto come business da Cosa nostra. Sono questi gli episodi su cui si è soffermato il collaboratore di giustizia sancataldese Alfonso Lipari nell’ultima udienza del processo “Kalyroon”, che vede imputate dodici persone in Tribunale, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, spaccio, estorsione, danneggiamento e sfruttamento della prostituzione. Lipari ha infatti raccontato di avere litigato con Maurizio Di Vita, considerato un esponente di spicco della mafia sancataldese, il quale lo aveva accusato di tenere per sé i proventi dello spaccio di droga. E invece Lipari ha detto di essere lui a sospettare che Di Vita facesse la stessa cosa. Il collaborante ha inoltre affrmato che era il nisseno Carmelo Gisabella a “reclutare” le donne da fare prostituire e che tra di loro c’era anche una minorenne di 16 anni. Tra una settimana proseguirà la deposizione di Lipari. Nel processo sono imputati lo stesso pentito Alfonso Lipari, sancataldese di 47 anni, Carmelo Gisabella, 51 anni, nisseno, la rumena Diana Chiritoiu, 33 anni, Marco Scalzo, 28 anni, sancataldese, Cataldo Blandina, 44 anni, di Caltanissetta, Salvatore Ferrara, 50 anni (classe 1967), di San Cataldo, l'omonimo Salvatore Ferrara di 42 anni (classe '75), pure lui sancataldese, Filippo Burcheri, 50 anni, di San Cataldo, Giovanni Germano Paladino, 43 anni, sancataldese, Francesco Liuzza, 45 anni, di Campobello di Licata, Adrian Daniel Pirvanescu, 35 anni, rumeno e Mario Lo Castello, 51 anni, di Canicattì.
Mafia, droga e prostituzione tra Caltanissetta e San Cataldo, parla il pentito Lipari
Potrebbe piacerti anche
Seguonews
Lascia un commento
Lascia un commento
Ultime news
//
We influence 20 million users and is the number one business and technology news network on the planet
Sign Up for Our Newsletter
Subscribe to our newsletter to get our newest articles instantly!
[mc4wp_form id=”847″]