Pubblicato il: 13/04/2017 alle 10:25
Movimentava droga sotto l'ala della mafia. Questo, tradotto nel concreto, è quanto traspare dal verdetto dei giudici. Che sul reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti a carico di un presunto “avvicinato” alle cosche – non accusato di essere un appartenente ai clan, ma gli è stata contestata l'aggravante mafiosa – non hanno avuto particolari dubbi.
È di 3 anni di reclusione la condanna inflitta a un sospetto componente di una rete organizzata di trafficanti di droga nell'area di Mazzarino. Li ha comminati il Tribunale che, di contro, ha ritenuto troppo datati i fatti contestati a un secondo mazzarinese. Entrambi coinvolti nella maxi inchiesta dei carabinieri su mafia e droga ribattezzata “Cerbero” che, nel luglio di sei anni fa, ha fatto scattare una trentina di provvedimenti cautelari che hanno colpito le famiglie Sanfilippo e Siciliano, rispettivamente a capo di Stidda e Cosa nostra a Mazzarino. (GDS.it – Vincenzo Falci)