La sentenza è di quella destinata a creare «il precedente». Un cosiddetto pronunciamento pilota. Sì, perché ha segnato l’annullamento, il primo, di un verbale elevato con lo Street control.
La piccola telecamera ad alta definizione montata su auto della polizia municipale e che ha già castigato decine di automobilisti nisseni. Una sorta di grande fratello che non ha dato scampo agli indisciplinati. Strumento che i vigili urbani hanno utilizzato per la prima volta nel settembre dello scorso anno.
Ma adesso è arrivato il primo colpo di spugna con l’accoglimento del ricorso presentato dal proprietario di un ciclomotore, mezzo che peraltro è stato venduto nel bel mezzo del contenzioso.
Il pronunciamento è del giudice di pace Loredana Saporito che, alla fine, ha accolto le ragioni dell’avvocato Sandro Valenza che ha trascinato nel contenzioso il Comune. Con il verdetto, è stato annullato il verbale da 400 euro, spicciolo più spicciolo meno, compensando tra le parti le spese di giudizio.
E il perché di questo pronunciamento che ha “bocciato” l’azione del Comune è presto spiegato. Le ragioni sarebbero racchiuse intanto nelle finalità dello stesso street control, che sarebbe nato per rilevare infrazioni legate a sosta vietata. Ma non è tutto. La contestazione dev’essere immediata tranne che la situazione lo impedisca. E, ad ogni modo, vanno spiegate le ragioni per cui non è stato possibile notificare nell’immediato al destinatario.
In questo caso, invece, la contravvenzione sarebbe stata legata alla mancata revisione periodica di una Vespa Piaggio. Che non era stata effettuata perché era in corso una trattativa per la vendita dello stesso mezzo che, peraltro, in quel frangente sarebbe stato utilizzato dal proprietario per un evento straordinario: sarebbe stato costretto a metterlo in circolazione – ha spiegato poi al giudice – per raggiungere la madre colta da improvviso malore.
Era il 20 ottobre dello scorso anno quando in pieno viale della Regione, all’altezza del vecchio stadio Palmintelli, la famigerata “telecamerina” dei vigili urbani avrebbe immortalato la Vespa. Un centinaio di metri più avanti – secondo i contenuti del ricorso – vi sarebbero state due auto della polizia municipale.
Ma allo scooterista, in quel frangente, non sarebbe estato contestato nulla. È la mattina del 10 novembre successivo che si sarebbe visto recapitare a casa un invito a presentarsi al comando di polizia municipale. Con la carta di circolazione del motociclo, certificato di assicurazione e patente di guida per definire «un procedimento amministrativo».
Così, il giorno dopo – erano le cinque e mezzo del pomeriggio dell’11 novembre 2016 – al comando è stato consegnato allo scooterista il verbale di violazione al codice della strada per «avere posto in circolazione un motociclo vespa Piaggio in assenza di revisione periodica». E in quello stesso verbale sarebbero stati solo indicati la data e l’ora in cui il ciclomotore «transitava – così è stato redatto – in viale della Regione in prossimità dell’intersezione con viale Trieste con direzione di marcia via Luigi Monaco».
Il contravvezionato, una volta al comando avrebbe consegnato ai vigili urbani copia del certificato di proprietà che attestava la vendita del motoveicolo avvenuta il 31 ottobre di quell’anno. Da qui la deduzione, da parte dello stesso contravvenzionato, che «la documentazione prodotta al comando di polizia municipale non era idonea ad accertare la mancata revisione del motociclo».
E, secondo lo stesso ricorrente, sarebbero venuti meno più di un elemento perché quella contravvenzione fosse valida. A cominciare dalla mancata notificazione nell’immediato. E nulla lo avrebbe impedito.
Da qui la sentenza emessa dal giudice che già, per la mancata immediata contestazione, ha annullato il verbale senza entrare ulteriormente nel merito della questione perché reso superfluo già dalla prima anomalia.
(Vincenzo Falci, Gds.it)