Dovranno scontare 7 anni di carcere e pagare una multa pari a 1.650.000 due presunti scafisti egiziani, Osman Abo Amir Amto, 33 anni, già trattenuto al Cie di Caltanissetta, difeso dall'avvocato Massimiliano Bellini e dall'avvocato Maria Ricotta, e Mohamed Abdellah Alì, 31 anni, difeso dall'avvocato Giorgia Terranova. La condanna è stata emessa in primo grado dal Tribunale di Siracusa. I due erano accusati di aver trasportato, su un barcone di 15 metri, 66 persone di nazionalità egiziana dalle coste dell'Egitto fino a quelle siciliane, agevolando l'ingresso clandestino nello Stato Italiano, con l'aggravante di aver messo in pericolo l'incolumità dei passeggeri e di aver agito al fine di trarre profitto. I fatti risalgono al 15 giugno del 2013 quando una motovedetta della Guardia Costiera, su segnalazione di un motopeschereccio, aveva intercettato al limite delle acque territoriali italiane un'imbarcazione con a bordo diversi immigrati. Sessantasei in tutto sopra un vecchio natante che avrebbe potuto trasportarne al massimo 15. Nonostante l'intimazione dell'Alt la barca aveva proseguito il viaggio fino a spiaggiarsi sul litorale di Noto. A quel punto i passeggeri si erano gettati in mare percorrendo il tratto che li separava dalla costa a nuoto. Mentre agli extracomunitari appena giunti venivano portati i primi soccorsi erano stati i cani poliziotto a scovare i due presunti scafisti nascostisi in un boschetto poco distante tra la vegetazione. I due egiziani si distinguevano dagli altri connazionali arrivati in spiaggia già a partire dall'aspetto: i loro abiti erano asciutti e ben curati. Niente a che vedere con i miseri abiti che coprivano i passeggeri della barca, quasi tutti minorenni. Le indagini che sono seguite hanno permesso di identificare i due soggetti già precedentemente identificati sul territorio italiano. I due, secondo l'accusa, avevano trasportato i 66 egiziani a bordo di un motopeschereccio troppo piccolo per contenere tutte quelle persone e privo di qualsiasi dispositivo di sicurezza. Non solo. Sembrerebbe che una volta intimato l'Alt da parte della Guardia Costiera i due non solo non avevano arrestato la corsa ma avevano anche gettato in mare alcuni oggetti per danneggiare l'altra imbarcazione. I due egiziani per la traversata avrebbero chiesto ad ognuno di quei poveretti ben 45.000 ghinée Oggi è arrivata la condanna in primo grado: i due egiziani dovranno scontare 7 anni di carcere e paghere una multa pari a 1.650.000 euro, in pratica 25mila euro per ognuno dei 66 egiziani trasportati in Italia.