Una vera e propria tempesta si è abbattuta nella tarda serata di ieri sulla giunta del sindaco Giovanni Ruvolo. Al termine di un consiglio comunale dove i toni hanno cominciato a farsi sempre più accesi è arrivata la decisione dei due assessori in quota Partito Democratico, Ilaria Insisa e Ivo Cigna, di rassegnare le dimissioni.
Finisce così l’esperienza dell’alleanza per la città, che dal 2014 vedeva al governo del capoluogo una giunta composta da Pd, Udc (poi confluiti nei Centristi per la Sicilia) e Polo Civico.
Gli assessori Ivo Cigna, con deleghe all’ ambiente, rifiuti e sanità, nonché vicesindaco, e Ilaria Insisa con delega allo sviluppo economico, hanno rassegnato le dimissioni dalla giunta del sindaco Giovanni Ruvolo con una dura nota in cui parlano di “ultimo di una serie di atti di protervia e arroganza” da parte del primo cittadino. Il riferimento è alla decisione del sindaco e degli assessori di Polo civico e centristi, di uscire dall’aula durante i lavori del consiglio comunale ai quali erano invitati a partecipare i sindacati e le Rsu dei lavoratori del Comune.
“Gli assessori del Partito Democratico, prof. Ivo Cigna e dott.ssa Ilaria Insisa, preso atto di quanto occorso durante il Consiglio Comunale odierno e, nello specifico, dell’abbandono dell’aula consiliare da parte del Sindaco e di tutti gli assessori del Polo Civico e dei centristi per la Sicilia, che rasenta l ‘ultimo di una serie di atti di protervia e di arroganza politica ed istituzionale nei confronti del Consiglio Comunale e della città che il civico consesso rappresenta, rassegnano le rispettive dimissioni dalla giunta comunale Presieduta dal sindaco dott. Giovanni Ruvolo non sussistendo più le condizioni per proseguire il percorso politico all’interno della maggioranza del governo della città”.
Parole sferzanti per comunicare una decisione che forse era già nell’aria prima dell’ultimo consiglio comunale e che comunque fa seguito alle fibrillazioni della campagna elettorale per le regionali del 5 novembre.
La decisione di uscire dall’aula a lavori in corso, quando dovevano ancora parlare alcuni rappresentanti sindacali ed erano in calendario gli interventi dei consiglieri, viene giudicata dai due assessori dimissionari “irrispettosa nei confronti di tutte le sigle Sindacali che rappresentano la collettività dei dipendenti comunali, oggi presenti in aula consiliare” e “in netto contrasto con i principi e i valori del Partito Democratico”.
Alla base delle dimissioni “i molteplici mancati passaggi da parte del Sindaco rispetto ad iniziative politiche ed amministrative che, nel rispetto dei patti dell’Alleanza per la città, avrebbero dovuto presupporre ed imporre convinti percorsi di condivisione con il Partito Democratico tra i quali, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, la programmazione della stagione teatrale, la mancata costituzione dell’Ufficio Europa nonostante la predisposizione di tutti gli atti propedeutici alla istituzione dello stesso posti in essere dall’Assessore al ramo, la mancata istituzione dell’Ufficio Stampa”.
La delibera di giunta per la ricognizione del personale, dalla quale sono derivati i primi 66 trasferimenti, sulla base delle disposizioni del testo unico degli enti locali che assegna alla giunta la competenza di allocare le risorse negli uffici (in questa fase non è stato applicato il decreto anticorruzione che richiede specifiche motivazioni per il trasferimento di dipendenti in categoria A e B) era stata votata in giunta all’unanimità, anche dagli assessori del Partito Democratico. Ma le tensioni e il malumore erano già evidenti.
Gli assessori dimissionari sottolineano “gli innumerevoli atti e comportamenti di responsabilità politica tenuti nell’arco degli ultimi mesi nel solo ed unico interesse prioritario della città di Caltanissetta e nel rispetto del programma di governo dell’Alleanza per la città”. Ma ormai l’Alleanza non esiste più.