Pubblicato il: 27/01/2018 alle 10:16
Cosa Nostra continua ancora ad imperversare nel territorio di Caltanissetta. La mafia continua ad essere presente nonostante le tante operazioni antimafia messe a segno dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. In particolare oltre a Cosa nostra, presente a Gela con le famiglie Rinzivillo ed Emmanuello, fanno sentire la loro presenza anche la Stidda e il gruppo Alferi di Gela, detto “terza mafia”.
“Esprimono ancora un'arrogante resistenza alla forza d'urto dell'attività istituzionale di repressione e una straordinaria capacità di riorganizzazione e ristrutturazione”. Questo quanto emerge dalla relazione del presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, illustrata in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario.
Le organizzazioni mafiose, “dopo la stagione del pentitismo ma soprattutto dopo la cattura della grande totalità dei latitanti di mafia palermitani”, hanno cambiato strategia inabissandosi, ma solo in maniera apparente. Si tratta di un’organizzazione saldamente strutturata nella provincia di Caltanissetta nei quattro mandamenti di Vallelunga Pratameno, Mussomeli, Riesi e Gela e anche a Enna, mentre la Stidda è presente soprattutto a Gela dove convive con Cosa Nostra sulla base di una pax mafiosa stipulata nel 91.
A Gela in particolare, Cosa nostra ha tentato di riorganizzarsi. Il regista sarebbe stato un noto uomo d’onore, “Alessandro Barberi, consuocero del capomafia Giuseppe Madonia che, riottenuta la libertà dopo una detenzione ventennale, ha ricomposto le fila della famiglia nissena”, “nominando sul campo, quale suo diretto referente, Gian Luca Pellegrino, giovane rampante”. Tentativo però stroncato da un’inchiesta giudiziaria che nel 2016 è culminata con 26 arresti. Un altro colpo è stato poi inflitto al clan Rinzivillo, lo scorso 4 ottobre, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo.