“Ancora una volta la Corte di Appello nissena si riconferma fronte istituzionale deputato a statuire sui delitti di terrorismo mafioso in danno di uomini delle istituzioni pericolosi per l’assetto del potere mafioso e la cui eliminazione è un preciso e privilegiato obiettivo strategico dell’organizzazione in un'ottica perversa di “prevenzione mafiosa”. E’ quanto ha affermato il presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, introducendo, nella sua relazione, i processi sulle stragi di via d’Amelio e Capaci celebrati dalla Corte d’Assise di Caltanissetta ed entrambi conclusi. “A quasi venticinque anni esatti dalle stragi la Corte d’appello di Catania ha assolto tutti i 9 imputati nel processo di revisione delle condanne emesse a Caltanissetta”. Al termine del processo, emerse che Vincenzo Scarantino, le cui dichiarazioni rese alla giustizia furono determinanti per dare il via alla stagione del depistaggio, fu indotto a rivelare il falso e a muovere false accuse. “L'inquietante vicenda processuale Scarantino, ad onta delle invasive implicazioni per chi ne è stato vittima incolpevole, – ha rilevato nella sua relazione il presidente Vagliasindi – non opacizza tuttavia il grande impegno della giurisdizione nissena che, bacino di rilevantissime inchieste antimafia, si definisce tuttavia nel periodo di riferimento punta di diamante di un’infaticabile attività di ricerca e valutazione di ogni elemento utile alla ricostruzione della verità processuale”.