Pubblicato il: 08/04/2018 alle 20:49
Si è impiccato all’interno del deposito degli attrezzi agricoli della sua azienda in contrada Anguilla, nelle campagne del Vittoriese. Giovanni Viola, 31enne padre di un bambino di 2 anni, conduceva l’azienda agricola familiare assieme al padre sessantenne Giuseppe e la fallimentare stagione agraria non lo lasciava tranquillo perché difficilmente avrebbe potuto ripianare i debiti.
Il padre gli avrebbe prospettato di vendere l’azienda e di andare a lavorare come bracciante giornaliero in altre aziende per saldare le esposizioni. Una prospettiva che all’imprenditore non piaceva e che lo avrebbe reso molto vulnerabile sul piano psicologico.
Negli ultimi giorni il giovane agricoltore, che era molto depresso, era in cura al Dipartimento di salute mentale. Ieri pomeriggio si è allontanato da casa dicendo al padre che andava a lavare la sua auto, si è recato invece in campagna dove ha messo in atto il suo proposito di togliersi la vita.
Angelo Giacchi, portavoce del Comitato anticrisi agricoltura, ha parlato col padre di Giovanni: “Mi ha detto che suo figlio non accettava l’idea di andare a lavorare come giornaliero presso altre aziende. Il fatto di vendere la terra era diventato un suo chiodo fisso. Non era riuscito a farsene una ragione, il fatto che non stava molto bene ha complicato il quadro”.
Una vicenda che ha colpito la comunità di Vittoria. Il sindaco Giovanni Moscato ha portato la vicinanza dell’amministrazione comunale alla famiglia del giovane. “Grande rispetto per il dolore, ma è logico che bisogna alzare il livello politico di interesse sulla crisi agricola che dilania migliaia di famiglie della fascia agricola vittoriese”.
“Scriverò ai leader dei maggiori partiti italiani – aggiunge il sindaco Moscato – perché è opportuno che la politica dia risposte immediate alla crisi agricola che porta alla morte giovani produttori. Questa situazione non è più accettabile, i nostri agricoltori aspettano risposte concrete e non promesse”. (La Sicilia)