Pubblicato il: 18/05/2018 alle 18:59
Valorizzare le bellezze turistiche dei 23 comuni dove hanno dominato i Branciforti. E' questa l'iniziativa della Camera di Commercio dal titolo "Il cammino dei Branciforti" che sarà presentata il 21 maggio alle 10.
Le realtà comunali dove hanno “dominato” le famiglie Branciforti, Barresi, Santapau e Lanza, da diverso tempo sono meta di visitatori che autonomamente o in piccoli gruppi, raggiungono le suddette località per apprezzare le bellezze storiche, artistiche, architettoniche, paesaggistiche, ecc.
Il Tavolo Unico di Regia per lo Sviluppo e la Legalità della Provincia di Caltanissetta costituito dalle Istituzioni e dalle rappresentanze sociali e sindacali del territorio, venne coinvolto nella possibilità di mettere insieme le tante realtà comunali ove avevano governato le suddette famiglie, per farlo diventare patrimonio turistico – economico.
Il Tavolo Unico, coinvolse la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali, il Servizio Turistico Regionale n. 10, la Camera di Commercio, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio, il Comune di Mazzarino, il Comune di Butera, il Comune di Pietraperzia, l’Istituto Scolastico “Carlo Maria Carafa” e l’Associazione Alchimia”, i quali convennero di sottoscrivere un protocollo d’intesa dando vita ad un gruppo di lavoro e a un Comitato tecnico-scientifico.
Individuarono un percorso e stabilirono di chiamarlo “Il Cammino dei Branciforti”, proprio per valorizzare il patrimonio d’interessi funzionale alla predisposizione di un progetto idoneo a porre le basi per arrivare ad un percorso di aggregazione territoriale volto a valorizzare le bellezze architettoniche, storiche, artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche, capace di generare nel tempo esiti positivi per il turismo, per la cultura, l'economia dei territori di pertinenza e per la diffusione di nuovi orizzonti di conoscenze del passato e di consapevolezze, strettamente connesse all'identità delle radici della comunità siciliana e alle eredità complesse ancora viventi nel presente.
“Parlare dei Branciforti, così per come si svolsero le loro dinamiche socio-politiche ed economiche nel corso di 486 anni, fino al termine della feudalità in Sicilia, esige, per il riferimento delle cittadine che furono in loro signoria, fare necessariamente lo stretto collegamento parentale con altri casati di pari importanza, antichità e prestigio feudale come i Barresi, i Santapau e i Lanza.
Si coglie subito l’importanza di quella plurisecolare storia che li vide come attori di primo piano, unitamente ai suddetti lignaggi, anche sullo scenario della grande storia della Spagna e del Mediterraneo del XV, del XVI e del XVII secolo.
Furono questi casati, e con essi i Branciforti, che fondarono città nuove, chiese, conventi, opere edili di vantaggio per la comunità, dissodamento di terre e messa a cultura di antichi feudi abbandonati o in via di inarrestabile depauperamento. Con loro avvennero migliorie in campo agricolo e venne incrementato l’istituto dell’enfiteusi promotore di benessere per quanti lavoravano la terra. Pure con loro, vennero istituite biblioteche ricche di libri di vario genere.
L’“Universitas”, di cui ne furono signori feudali, ammontavano ad oltre 25 unità, la cui estensione territoriale comprendeva il 30% circa dell’intera isola. Dal 1591 fino al 1805 i Branciforti furono, per il lascito del principato di Butera, il primo titolo del Regno di Sicilia, occupando l’apicale posto del parlamento nel ramo baronale –militare. Di conseguenza furono la parte più elevata dell’intera gerarchia della nobiltà isolana. Per 221 anni, varie comunità della Sicilia, dislocate nelle tre valli di Mazzara, di Noto e di Demone, ebbero comunanza di strutture amministrative, di giustizia civile e penale di primo e di secondo grado e di un corpo di norme giuridiche che disciplinavano la vita e le strutture del quotidiano dei suddetti centri.
Nei Branciforti si concentrarono, soprattutto, i lasciti dei Barresi e dei Santapau, dotati di grandi patrimoni: archivistici, di collezioni, di opere d’arte, di pitture, di sculture, di vasellame d’oro e d’argento, di castelli, di dimore, di palazzi, di ville, di biblioteche.
“Il Cammino dei Branciforti”, che si ritiene per la sua particolare storia essere un “unicum” nell’ambito della Sicilia dell’età moderna, sicuramente rappresenta sia l’aspetto culturale-storico, sia quanto concerne la cointeressenza sociale-economica.
In particolare la doppia valenza, inscindibile, nel suo procedere, si articola come di seguito:
Culturale – storico
In quanto consente alle città interessate al suddetto programma, data la loro comunanza di storia del passato, di fare conoscere le vicende dei secoli trascorsi, affinando alle popolazioni che ad essi si riferiscono la consapevolezza delle proprie radici e il sentimento della propria consolidata identità, i cui valori e ruoli, tramandati da secoli, pure in armonia con le realtà del presente e con l’intento di essere al passo con i tempi, ne danno la dimensione degli usi, delle tradizioni e la forza dalla continuità che costituiscono il profondo sentire di ogni comunità.
Di certo si tratta di una riappropriazione della memoria del passato, come luogo intimo della propria anima e, perché no, anche della stessa rinascita di un antico splendore e di un ruolo che non va dimenticato.
Bellezze artistiche architettoniche, naturalistiche, paesaggistiche, siti archeologici dei luoghi e attività umane specifiche tramandate da generazioni sono in grado di fornire un quadro d’insieme completo e ricco di dati, informazioni e notizie indispensabili per arricchire di ulteriori elementi il “Sapere e il sapere fare”, intreccio e fusione di cultura e civiltà materiale.
Sociale-economico
Le due abbinate variabili, rassegnano il fatto che aprire la conoscenza dei luoghi e delle opere ivi presenti ad una platea più vasta di visitatori, sia della Sicilia che fuori di essa, di certo ne potenza una più capillare conoscenza da parte dei terzi circa le varie realtà produttive che sono elementi strutturali idonei a moltiplicare volani di sviluppo con l’ulteriore crescita civile e la probabilità di eventuali investimenti per il futuro. La mobilita di uomini e di idee, è ben risaputo, consente sempre l’innovazione e il miglioramento della produzione.
L’Azienda Speciale, condividendo il pensiero dei vari collaboratori, del comitato tecnico-scientifico, dei gruppi di lavoro indicati dalle cittadine firmatarie, crede decisamente che cultura ed economia, lungi dall’essere variabili indipendenti condotte in maniera autonoma o elitaria, sono delle endiadi che camminano insieme verso il raggiungimento, sempre continuo e modificabile, di un unico ed eccezionale obiettivo rappresentato dalla continua crescita e perfezionamenti della civiltà e nel proficuo dialogo tra i popoli con le loro usanze, tradizioni e religioni.
Di certo, “Il Cammino dei Branciforti”, nel rendere anche un doveroso servizio alla storia plurimillenaria della Sicilia, esprime senso civico e l’amore per le proprie cittadine di appartenenza, contribuendo a rendere più belli e vivibili i luoghi e vari manufatti che interessarono il Casato e l’ereditarietà di cui ne era beneficiario.
Attiene quanto illustrato, un concetto espresso dallo storico russo nel’800 Aron Gurevig: “In effetti, se il tempo è ciclico e il passato si ripete, anche il futuro altro non è che il presente o il passato che ricomincia".
1) Butera (CL)
2) Pietraperzia (EN)
3) Scordia (CT)
4) Barrafranca (EN)
5) Militello Val di Catania (CT)
6) Mazzarino (CL)
7) Raccuja (ME)
8) Grammichele (CT)
9) Licodia Eubea (CT)
10) Leonforte (EN)
11) Cammarata (AG)
12) Alessandria della Rocca (AG)
13) Mussomeli (CL)
14) Niscemi (CL)
15) Mojo Alcantara (ME)
16) Santo Stefano di Camastra (ME)
17) Bompensiere (CL)
18) Mascalucia (CT)
19) San Giovanni Gemini (AG)
20) Bagheria (PA)
21) Trabia (PA)
22) Randazzo (CT)
23) Malvagna (ME)