Movimentata puntata della trasmissione Tony Accesi questa mattina su Radio Cl1. Ospiti della trasmissione il giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni in collegamento telefonico e l'assessore Pasquale Tornatore. Condotta da Tony Maganuco che ha saputo gestire la più che accesa discussione che di lì a poco si è venuta a creare in studio, la puntata (che è possibile riascoltare a questo link https://www.radiocl1.it/web/podcast/) è stata quasi interamente dedicata al caso dell'arresto di Antonello Montante. "Mi ero accorto già 3 anni fa – ha detto Bolzoni – quando ho cominciato ad occuparmi dell’affair montante che era una storia sporca, maleodorante e secondo me non è ancora finita. Certo è un quadro quello che affiora molto maleodorante. Io non mi concentro solo sull’aspetto giudiziario perché lì i magistrati devono individuare i reati, provarli, quello che mi fa impressione è l’aspetto umano della vicenda, la rassegnazione e la viltà di alcuni personaggi assoggettati al sistema. Ci sono cose anche più grandi dei reati. Caltanissetta è una città che rispetto ad altre zone della Sicilia si è sempre distinta per un tratto di signorilità ecco questa gente la sta sporcando. Montante è una persona che ha sempre mentito, tutto rientra nel personaggio, lo zainetto gettato, le pendrive rotte, il fatto che temeva che non si trattasse della polizia ma che fossero dei malviventi. E ci sono persone, ministri, magistrati, forze dell’ordine che gli davano credito. Molti magistrati, poliziotti e carabinieri si dovrebbero vergognare in quella città. E per questo oggi il lavoro della polizia e della procura è stato impeccabile. Il Pd locale dovrebbe stare zitto, molti prendevano posizione a favore di Montante quando tutti ci accorgevamo che c’era qualcosa che non andava. Ci sono però alcuni del Partito Democratico di Caltanissetta che questa situazione non l’hanno mai voluta ma erano in pochi". Bolzoni ad un certo punto fa presente anche che diversi giornalisti, di cui fa i nomi, avrebbero preso, a suo dire, soldi da Montante. "Certa stampa – ha continuato – si è comportata in maniera ignobile. Sono stati tutti zitti fino a un certo punto. Un noto giornalista nisseno mi aveva detto: noi scriviamo le cose quando le dice la magistratura. Ma le cose si scrivono prima: vergogna". Quando è stato fatto chiesto a Bolzoni se Alfonso Cicero e Marco Venturi hanno cominciato a parlare tardi Bolzoni ha risposto. "Venturi e Cicero appena si sono accorti di che cosa era quel sistema per fortuna si sono ribellati. Molti per interessi personali e altri per paura sono rimasti lì dentro. il loro atto è stato significativo. Se non ci fossero stati Venturi e Cicero non staremmo oggi a parlare di questo. Perché leggendo le carte ho capito che la loro testimonianza ricostruita passo passo e in maniera scrupolosa si è retta l’inchiesta". Di diverso avviso l'assessore Pasquale Tornatore che ha sottolineato "ben venga il pentimento di Cicero e Venturi anche se davvero in ritardo".
"C'è un altro non indagato – ha continuato Attilio Bolzoni – che è un personaggio significativo, cioè Ivan Lo Bello, presidente nazionale di Unioncamere, un personaggio che rimane sullo sfondo che dice che non si era mai accorto di niente. Quindi da esplorare da un punto di vista umano e psicologico. Lui dice di avere aperto il giornale lunedì mattina ed essere rimasto sorpreso. Non mi ha mai rilasciato un’intervista ma al contrario rilasciava dichiarazioni di solidarietà a Montante. Un personaggio dunque da attenzionare non da un punto di vista giudiziario ma sicuramente umano. Poi alti magistrati e gente delle forze dell’ordine che adesso rimangono in silenzio e non prendono posizione".