Pubblicato il: 22/05/2018 alle 18:04
Con investigatori, vertici dei servizi, politici e imprenditori ha avuto "soltanto rapporti istituzionali" legati "all'impegno antimafia e al percorso di legalità" avviato da Confindustria. Se "poi qualcuno ha fatto delle cose che io non so, la responsabilità è sua…". Così Antonello Montante, ex leader di Confindustria Sicilia, ai domiciliari per associazione per delinquere e corruzione, al Gip di Caltanissetta nega di l'accusa di avere creato una rete di 'spie' per raccogliere informazioni a scopo personale. La stanza dove sono stati trovati i dossier, la chiama "la stanza della legalità", ed era, spiega, "sempre aperta". Vanta la svolta legalitaria di Confindustria e fornisce una sua spiegazione sul perché dell'inchiesta dicendosi "convinto", che "chi ha innescato questo meccanismo" non siano "persone della mafia" contro le quali sostiene di lottare da una vita. O meglio: non soltanto Cosa Nostra, ma "qualche lobby molto più forte". E cioè " un'organizzazione di mafia e massoneria". (Ansa)