Pubblicato il: 30/05/2018 alle 19:36
Il WWF Sicilia Centrale interviene sulle recenti polemiche relative alla sterilizzazione, vaccinazione, microchippatura e reimmissione sul territorio di 13 cani adulti, precedentemente prelevati dal territorio comunale e detenuti in un canile privato convenzionato, decisa dal Sindaco di San Cataldo dott. Giampiero Modaffari in base alla legge regionale sulla prevenzione del randagismo n. 15/2000.
Per il WWF, una “misteriosa” fonte ben informata su tutti gli aspetti – anche burocratici – della vicenda, poche ore dopo l’avvenuta liberazione dei 13 cani adulti (che è stata effettuata alla presenza di una squadra della Polizia Municipale, una Guardia Zoofila volontaria del WWF ed un addetto della Ditta convenzionata) ha originato una colossale fake news, propalando notizie false, gravi e tendenziose con le quali si è scatenata una psicosi collettiva che – come spesso accade – ha trovato sfogo sui social network dove la diffusione è avvenuta in maniera incontrollata e virale.
Così, una ordinaria e benemerita azione di contrasto al randagismo – qual è la sterilizzazione e reimmissione dei cani randagi presenti sul territorio – è stata trasformata in una incredibile e catastrofica fake news: la notizia montata ad arte, infatti, riferiva di 16 o 17 poveri “cuccioli” (sic!) amorevolmente accuditi in un canile che, all’improvviso e per una folle scelta del Sindaco (forse ispiratosi alla Crudelia De Mon della “Carica dei 101”), sarebbero stati deportati dal canile e abbandonati “a pioggia” sul territorio!
Dichiara Ennio Bonfanti, Presidente del WWF Sicilia Centrale: «Si è trattato di un attacco gravissimo perché abilmente premeditato per denigrare, con informazioni false, sconsiderate e diffamatorie, l’azione condotta dall’Amministrazione Comunale di San Cataldo in collaborazione con le Associazioni animaliste e protezioniste. Secondo le “Linee guida per il controllo del randagismo” emanate dall'Assessore regionale della Sanità, infatti, “al fine di evitare il sovraffollamento delle strutture, devono essere privilegiati gli interventi di sterilizzazione dei randagi e la successiva reimmissione degli stessi sui territorio”; “devono essere destinati ai rifugi per il ricovero soltanto i cani per le cui condizioni non è possibile procedere alla reimmissione” ed “i Comuni devono disporre con ordinanza sindacale il rilascio dei cani sui territorio”. Così è stato fatto a San Cataldo, nel pieno rispetto dei protocolli operativi previsti».
Il WWF evidenzia che la prima grave falsità della “fake news dei cuccioli abbandonati” riguarda proprio le caratteristiche degli animali: nessun “cucciolo abbandonato”, tutti i cani reimmessi erano adulti; nessuno di loro è nato in canile ma tutti erano originariamente di provenienza randagia, nati e cresciuti allo stato libero. Circa l’aspetto sanitario, tutti gli animali sono stati precedentemente vaccinati, sterilizzati e microchippati; prima della reimmissione sono stati sottoposti a visita medica da parte del veterinario responsabile della struttura di detenzione, che ha certificato lo stato di salute per ogni soggetto; ogni animale, inoltre, è stato preventivamente monitorato per accertarne l’indole docile e l’idoneità a tornare a vivere libero sul territorio. Per ogni cane reimmesso, inoltre, il Comune attraverso la Polizia Municipale ha istruito un fascicolo con una scheda personale di ciascun soggetto, che ne riassume i dati identificativi e la storia dall’ingresso in canile alla sua liberazione.
Secondo Bonfanti, le false notizie sarebbero state diffuse per bloccare un’esperienza positiva a tutela degli animali: «San Cataldo merita il plauso come città modello perché è uno dei pochissimi comuni della Provincia che applica con rigore le linee guida regionali sul randagismo, con un costante impegno proprio nel campo del controllo demografico delle popolazioni randagie, in piena sintonia con le Associazioni protezioniste e le indicazioni del Ministero della Sanità, per il quale la sterilizzazione dei cani randagi rappresenta “un intervento socio-ambientale di grande efficacia, quasi un risveglio di cultura basata su principi e comportamenti di autentica civiltà”. Spiace che alcuni animalisti e volontari abbiano creduto alle fake news e si siano accodati a questa campagna diffamatoria. Per chi fosse caduto nel tranello in buona fede, chiaramente non è ipotizzabile alcuna responsabilità; ma se nei prossimi giorni su Facebook o altri canali dovessero continuare ad essere propalate tali notizie false, il WWF Sicilia Centrale si riserva di valutare la proposizione di querele e denunce presso la competente Autorità giudiziaria».
I nemici della sterilizzazione chiaramente preferirebbero tanti cani randagi in giro, che si moltiplicano in maniera incontrollata, costringendo in tal modo i Comuni ad aumentare gli stanziamenti di fondi pubblici per le convenzioni milionarie con canili privati che lucrano sugli animali. Gabbie e recinti piene di cani richiusi a vita, infatti, comportano ingenti e facili guadagni che solo politiche coraggiose di lotta al randagismo e di controllo demografico possono contrastare, a beneficio della collettività per il risparmio economico conseguito e, soprattutto, a beneficio degli animali che hanno diritto ad una vita diversa da quella fatta dalle gabbie e dalla detenzione perenne. Per questo il WWF invita l’Amministrazione comunale di San Cataldo a proseguire sulla strada intrapresa e garantisce il proprio costante impegno a promuovere politiche ed interventi di reale contrasto al randagismo che possano scongiurare il rischio di un business milionario di canili privati.