Ci chiediamo come è possibile che l'attuale governo Lega-Pentastellati si sia dimenticato del mezzogiorno, non avendo in programma alcun intervento infrastrutturale nei riguardi del Sud Italia e della Sicilia in particolare. Mai come adesso il Mediterraneo si conferma "via strategica" del commercio mondiale.
Il raddoppio del Canale di Suez, i notevoli investimenti della Cina, le zone franche e defiscalizzate che fioriscono ovunque, segnano un dinamismo inarrestabile che sembra non toccare minimamente il Meridione e la Sicilia.
Il nord, con i porti di Trieste, Genova e Venezia, si sta attrezzando con moderne infrastrutture ferroviarie, stradali, aeroportuali e marittime per migliaia di miliardi, mentre Sicilia e Calabria stanno al palo e sono tagliate fuori da ogni programma infrastrutturale del nuovo governo come anche del vecchio, rendendo utopistica ogni forma di sviluppo sostenibile per regioni già storicamente penalizzate e sfruttate.
Non è bastato ai "signor no" Pentastellati, fare man bassa di consensi e voti in Sicilia, per far loro cambiare idea e sostenere lo sviluppo infrastrutturale piuttosto che la solita elemosina sotto forma di assistenzialismo (reddito di cittadinanza) che non gratifica e che anzi ci umilia.
I pentastellati devono capire una volta per tutte che la Sicilia è una straordinaria piattaforma logistica naturale, ma oggi non basta: sono necessarie le zone franche speciali, il sistema dei trasporti integrati, il Ponte sullo Stretto, una politica di investimenti lungimirante, altrimenti i nostri giovani sono condannati all'emigrazione o al sottosviluppo e la colpa ricadrà proprio sui 5 stelle, sordi alle esigenze di quel Meridione che li ha coperti di voti, e sui quali la Sicilia ha riversato quella residua fiducia politica che oggi il movimento sembra già aver dimenticato.
I Circoli ARGE
Salvatore Giunta
Aldo Amico