Pubblicato il: 06/07/2018 alle 18:17
“A cinque giorni dalla maxi operazione denominata <<Re Reditu>> che ha portato alla sbarra venticinque persone, ritenute a vario titolo, responsabili di associazione mafiosa, omicidi, estorsioni, produzione etraffico di droga, desidero fare un plauso all’arma dei Carabinieri in modo particolare al Comando Provinciale di Caltanissetta, alle unità speciali dell’arma, al nucleo investigativo del Reparto Operativo e alla locale stazione carabinieri Riesi,e ai magistrati per aver fatto luce su gravi fatti avvenuti negli anni passati. – a voler rompere il clima di silenzio dopo cinque giorni è Eugenio Di Francesco, membro dell’associazione Antiracket “Gaetano Giordano” da anni impegnato a Riesi contro i fatti di micro e macro criminalità. "Il mio grazie – scrive Di Francesco – è anche a nome di tutti quei riesini che credono nella Giustizia e vogliono un vero riscatto per questa comunità.
Ancora una volta Riesi è sotto i riflettori della cronaca regionale e nazionale, una comunità che con dolore porta con sé gli errori e gli orrori di molti uomini criminali che hanno portato lutti e infangato il paese usando l’arma della sopraffazione e della violenza.
Desidero dire grazie ai collaboratori di giustizia per il loro coraggio e determinazione di mettersi dalla parte dello Stato contribuendo a far luce su fatti del passato che non avevano verità. Questo è il segno tangibile di una vera “rivoluzione culturale” non più uomini d’onore ma uomini che nel riconoscere i propri errori decidono di abbandonare il passato facendo ordine e pulizia nella loro vita, abbattendo le barriere del silenzio e dell’omertà.
In un momento storico così delicato dove la città è attonita e sgomenta, occorre trovare la forza per uscire fuori da questi ingranaggi perversi, con scelte coraggiose che portano alla difesa morale di ogni cittadino riesino. Auspico – conclude Di Francesco – che si rompa il clima di silenzio e di paura, e chi ha subito atti di sopraffazione trovi il coraggio di denunciare e parlare, come anche è fondamentale farsi come città parte civile in sede di procedimento penale contro chi ha ucciso la nostra dignità".