Carissima e stimatissima Nadia,
siamo gli alunni della classe 3ª D della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Carducci” di San Cataldo, provincia di Caltanissetta, in questi giorni abbiamo molto sentito parlare di te e della tua triste storia e abbiamo deciso di scriverti questa lettera, che speriamo ti arrivi, per dirti che siamo solidali con te.
Ti ammiriamo molto per il tuo coraggio e la tua determinazione. Con tutte le tue forze hai reagito, lottato e ce l’hai fatta. Ti sei liberata, ma non fermata e hai continuato a lottare per liberare anche le altre ragazze dalla schiavitù. Per questo ti siamo grati e vogliamo far conoscere la tua storia a quanti ancora non sanno chi tu sia.
Nadia Murad è nata nel 1993 nel villaggio yazida di Kocho, a nord dell'Iraq. Nel 2014, la sua vita, fino a quel momento serena, è stata sconvolta:i miliziani dell’Isis, dopo aver ucciso gli uomini che si rifiutavano di convertirsi all’islam, hanno catturata le donne e i bambini e li hanno portati nella città di Mosul. Nadia è stata picchiata, ustionata con mozziconi di sigarette e resa schiava del sesso.Dopo tre mesi è riuscita a fuggire, ha raggiunta la Germania, ha denunciato e reso pubblico quello che aveva subito non solo lei ma anche le altre ragazze. Nel 2016 ha vinto il premio Sakharov per la libertà di pensieroe il 5 ottobre 2018 a Oslo è stata insignita del premio Nobel per la Pace per il suo instancabile impegno in difesa del suo popolo.
Cara Nadia, quello che hai passato non ti ha reso più debole ma forte e ti ha permesso di rialzarti, di lottare e dicercare di lasciarti alle spalle l’orrore che il crudele destino ti aveva inflitto.Per tutti noi, sei e sarai un esempio. Certo, è vero, noi ragazzi, che per fortuna viviamo in un Paese democratico lontano dalle guerre e non stiamo vivendo quello che tu hai vissuto, siamo impotenti, ma questo non vuol dire che non siamo sensibili e così, anche noi, vogliamo dare “voce” alla tua triste storia e aiutarti nella dura battaglia che, come attivista per i diritti umani, hai intrapreso contro uomini senza scrupoli che ogni giorno fanno soprusi a migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. Ti sosteniamo e insieme con te “sogniamo che i Paesi di tutto il mondo si uniscano per fermare l'Isis e liberare tutte le donne ancora schiave dello Stato islamico”. Solo così, forse, un giorno, potremmo avere una società più giusta e senza discriminazioni.
Felici di una tua corrispondenza, prima di congedarci, vogliamo ringraziare il nostro dirigente scolastico Antonio Diblio, la nostra prof.ssa Sonia Lipani, che ci ha parlato di te e ci ha aiutati a scrivere questa lettera, e per ultimo, ma non per questo meno importanti, vogliamo ringraziare voi lettori che gradirete leggere questo nostro scritto.
Con affetto gli alunni della classe 3ª D indirizzo musicale