Un incendio di natura dolosa ha danneggiato la parte esterna dell'ufficio delle dogane e monopoli di Gela che trova ospitalità nei locali adiacenti all'ingresso B del petrolchimico dell'Eni. Sono state le guardie della vigilanza aziendale a dare l'allarme e a fare intervenire i vigili del fuoco, i carabinieri e la guardia di finanza che indagano sull'episodio. Le fiamme hanno danneggiato gli impianti elettrici e di climatizzazione del fabbricato. L'attentato risale alla serata di sabato scorso ma la notizia, tenuta nel massimo riserbo, è trapelata stamani quando la gente ha visto la rete di recinzione dell'agenzia, coperta da un lungo telo bianco per celarla alla vista dei curiosi. Il direttore dell'ufficio, Roberto D'Arminio ha ripetuto ai cronisti quanto dichiarato ai carabinieri e cioè di "non avere sospetti verso alcuno" pur ammettendo di avere "intensificato da qualche tempo i controlli d'ufficio" per il pagamento dei diritti doganali su produzione, trasporto e utilizzazione di prodotti petroliferi. Più verosimile, per D'Arminio l'ipotesi di un gesto dimostrativo ad opera di ignoti contro i locali più esterni della raffineria nel clima di forte tensione generato dalle dichiarazioni rese venerdì alla trasmissione "Nemo" di Rai2, dal "palista" Emanuele Pistritto che si autoaccusa di avere seppellito in enormi fosse rifiuti tossici e residui di raffinazione su ordine dei tecnici dell'Eni. Sull'episodio la magistratura ha aperto un'inchiesta.