Pubblicato il: 03/12/2018 alle 17:21
La Compagnia della Guardia di Finanza di Gela, su delega della Procura della Repubblica di Gela, ha sequestrato quote societarie, disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili ad un imprenditore gelese, tale C.G., per un valore di oltre 350.000 euro, vanificando anche il suo tentativo di sottrarli ai provvedimenti di sequestro conferendo gran parte del suo patrimonio in un trust.
Il tutto nasce da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società di Gela, operante nel settore delle costruzioni, la quale ha permesso di portare alla luce un’evasione fiscale commessa, negli anni dal 2013 al 2015, mediante un meccanismo di frode basato sull’emissione e l’utilizzazione di fatture false emesse da società cosiddette “cartiere”, al solo fine di ridurre i ricavi e, quindi, i redditi di altre imprese attraverso la contabilizzazione delle fatture fittizie.
Al termine dell’iter investigativo la locale Procura della Repubblica ha concluso le indagini preliminari, contestando i reati di emissione di fatture false, presentazione di dichiarazioni fiscali fraudolente e di omesse dichiarazioni, richiedendo nel contempo il sequestro preventivo delle somme indebitamente non versate all’Erario. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale gelese ha accolto in toto l’esito delle attività investigative eseguite ed ha emesso specifico decreto di sequestro fino a concorrenza del predetto importo di 350.000 euro, da eseguirsi sui beni e disponibilità finanziarie riferite all’indagato.
Nel corso di esecuzione del sequestro, oltre a cautelare somme di denaro depositate sui conti correnti, azioni e altri titoli finanziari, è emerso che l’indagato si era spogliato della proprietà di numerosi beni facendoli confluire in un trust.
Il trust è uno strumento giuridico di origine anglo-sassone che permette di gestire beni appartenenti ad un determinato soggetto, rendendoli, di fatto, non aggredibili dai creditori dell’effettivo proprietario. Tale “stratagemma” giuridico ha consentito, quindi, che la misura cautelare venisse eseguita solo parzialmente.
Le immediate indagini condotte dai finanzieri gelesi, sempre delegate dalla locale Procura della Repubblica, hanno permesso così di accertare che l’imprenditore, immediatamente dopo la notifica del verbale di chiusura della verifica fiscale, ha costituito un trust, a beneficio dei propri figli, con il quale, continuando ad avere un potere di ampia gestione e controllo del patrimonio di cui si era apparentemente spossessato, ha cercato di rendere inefficace la procedura ablativa. Pertanto, è stata ravvisata l’ipotesi delittuosa di sottrazione fraudolenta di beni per evitare il pagamento delle imposte all’Erario attraverso la costituzione dell’individuato trust.
È stato così richiesto un ulteriore decreto di sequestro preventivo sui beni mobili ed immobili fittiziamente conferiti nel trust al fine di garantire completamente la pretesa erariale. Le fiamme gialle gelesi hanno così potuto definitivamente cautelare i proventi della frode fiscale fino a concorrenza dell’imposta evasa, procedendo all’ulteriore sequestro di 6 immobili e 3 terreni siti a Butera (CL) e in provincia di Alessandria (AL), del valore complessivo di oltre 280.000 euro.
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle nissene coordinati dal colonnello Andrea Antonioli, si inquadra nell’ambito dei compiti di polizia economico-finanziaria attribuiti al Corpo della Guardia di Finanza, finalizzati a reprimere ogni forma di condotta illecita.