Pubblicato il: 11/12/2018 alle 12:27
La Procura della Repubblica di Gela – nell’ambito di indagini collegate con la Procura della Repubblica di Catania – ha richiesto ed ottenuto una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Gela nei confronti di quattro soggetti, due in custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari, per i reati di associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture e caporalato. L’attività di indagine avviata nel giugno del 2017, durata circa sei mesi, ha preso il via a seguito di una manifestazione di protesta, che si era tenuta a Gela nel maggio 2017, nel corso della quale un centinaio di cittadini extracomunitari, “ospiti” del centro di prima accoglienza “Villa Daniela”, aveva mostrato la propria insofferenza per il trattamento loro riservato. Al fine di vagliare quanto lamentato è stata acquisita tutta la documentazione relativa alla gara d'appalto e alla convenzione stipulata. Al fine di verificare il rispetto di quanto previsto dalla Convenzione, sono stati sentiti diversi ospiti della struttura le cui dichiarazioni hanno fatto facilmente comprendere come, in atto, vi fosse una rilevante attività illecita ordita ai danni dello Stato, posta in essere dai responsabili del centro di accoglienza. In particolare, l’indagine ha permesso di far luce su un vero e proprio gruppo votato alla gestione di centri di accoglienza per cittadini extracomunitari operanti in Gela e dintorni ed anche in provincia di Catania, i cui esponenti principali dell’associazione sono da individuarsi in: Pietro Marino Biondi, nei cui confronti è stata applicata la misura cautelare in carcere, quale capo, promotore ed organizzatore dell’associazione a delinquere, ha gestito sistematicamente ed in modo continuativo l’attività illecita presso i centri di accoglienza per immigrati, curando i rapporti fra tutti gli associati e gli enti pubblici, impartendo le direttive sulle modalità di gestione dei centri di accoglienza; Gemma Iapichello, nei cui confronti è stata applicata la misura cautelare in carcere, formalmente dipendente OSA della “Società cooperativa sociale Vivere Insieme Onlus” ha partecipato all’associazione adoperandosi, per coadiuvare Pietro Marino Biondi nell’illecita attività di frode nell’esecuzione dei contratti di pubbliche forniture nei confronti dello Stato; Giuseppe Maria Palumbo, nei cui confronti è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, il quale ha partecipato all’associazione adoperandosi, in qualità di amministratore unico della “Società Cooperativa Sociale per Vivere Insieme Onlus”, per coadiuvare BIONDI Pietro Marino; Francesca Provvidenza Politi, nei cui confronti è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, ha partecipato all’associazione adoperandosi, in qualità di amministratore unico del “Consorzio Progetto Vita”, per coadiuvare il capo BIONDI Pietro Marino. Il BIONDI e la IAPICHELLO avrebbero anche minacciato della perdita del posto di lavoro coloro che reclutavano, assumevano, impiegavano ed utilizzavano come manodopera nelle strutture gestite dalla società Progetto Vita.