Intervento della polizia questa mattina al reparto di Ortopedia dell'ospedale Sant'Elia dove i parenti di alcuni pazienti hanno sollevato una vera e propria protesta per il ritardo negli interventi chirurgici. Gli utenti lamentavano il fatto che due anziane con frattura di femore attendevano di essere sottoposte ad intervento ormai da quattro giorni. A tal proposito abbiamo chiesto chiarimenti al primario di Anestesia e Rianimazione Giancarlo Foresta.
Dottore Foresta i parenti ci parlano di quattro giorni di ricovero, a cosa sono dovuti i ritardi?
E' una situazione che interessa purtroppo tutta Italia. E' nota ormai la carenza di anestesisti e noi stiamo cercando in tutti i modi di venire incontro ai pazienti. Noi anestesisti abbiamo lavorato ininterrottamente 12 ore al giorno per poter recuperare tutti i pazienti ricoverati in traumatologia. Per quanto riguarda la situazione di questa mattina purtroppo sono sopravvenute due urgenze, un intervento di un ragazzo per un grave trauma cervicale che poteva determinare la paralisi e una cisti ovarica da operare in urgenza, e subito dopo provvederemo anche per queste due pazienti con fratture di femore. Si tratta quindi di uno slittamento di alcune ore, non mi sembra una situazione così drammatica, nonostante tutto.
Chiariamo anche per i parenti e i pazienti stessi. Si ritiene, e questo è ciò su cui si basava la protesta di questa mattina, che le fratture di femore vanno operate entro 48 ore. Cosa può succedere se questo non accade?
E' il parere emesso dal Ministero della Salute. Io stesso ho fatto parte della commissione che stabilisce le linee guida per quanto riguarda le fratture di femore. Questo limite è relativo perché in realtà si dovrebbe intervenire nel più breve temo possibile per evitare problemi di dispercezione o altre patologie che affliggono in particolar modo il paziente anziano. In questo caso bisogna operare nel più breve tempo possibile in modo da riportarlo nella sua famiglia e ricondurlo alle sue abitudini. Il limite delle ore è relativo. Se per esempio siamo di fronte a un paziente che prende farmaci anticoagulanti, per altre patologie, è chiaro che non può essere operato subito perché sanguina, quindi bisogna mettere in atto tutte quelle procedure per evitare che muoia per dissanguamento in sala operatoria. Quindi a seconda del farmaco che prende l'intervento viene posticipato rispetto alle 48 ore.
In questo momento comunque, pur con i numeri ridotti per quanto riguarda gli anestesisti, state garantendo le urgenze ma, in generale, tutti i pazienti e i singoli casi sono attenzionati?
Ci mancherebbe. La professione di medico ci impone questo. Poiché per quanto già detto siamo in numero ridotto, siccome il rapporto anestesista paziente è di uno a uno, è chiaro che non possiamo operare tre pazienti contemporaneamente. Quindi se non finisce un intervento non possiamo cominciarne un altro. Certo la riduzione numerica di anestesisti ci penalizza e penalizza anche l'utenza però noi stiamo facendo il possibile.
Chi ha digiunato oggi quindi farà il suo intervento?
A meno di catastrofi saranno fatti anche i due interventi sulle fratture di femore di cui stiamo parlando.