Pubblicato il: 24/01/2019 alle 09:49
Il ministro della difesa Elisabetta Trenta è stata in Sicilia per firmare la cessione di ciò che rimaneva della ex base Usaf di Comiso alla Regione. Per l’occasione il 18 gennaio è stato intervistato dal giornalista Mario Barresi su MUOS, Punta Izzo e Sigonella.
Il Ministro in quota Movimento 5 Stelle ha confermato le scelte militariste dell’attuale Governo.Sul MUOS ha dichiarato l’intenzione del governo di “aprire un tavolo di confronto che riguardi il monitoraggio ambientale”, e come “si tratta di capire che su certi temi non basta uno schiocco di dita”. Assistiamo ad un ritorno indietro di oltre 10 anni, che riduce il MUOS a una incerta questione ambientale su cui va fatto l’ennesimo monitoraggio per perdere tempo e non risolvere nulla; con la battuta sullo schiocco delle dita il ministro dichiara senza mezzi termini che questo governo non ha nessuna intenzione di mettersi contro il governo alleato degli Stati Uniti.
La ministra forse dimentica di essere la titolare del ministero della Difesa e non del dicastero della Salute. In questo ruolo dovrebbe spettare a lei chiarire se, come proclamato dal M5S quando era all’opposizione, le basi militari americane rappresentino una limitazione della sovranità nazionale, siano compatibili con il nostro ordinamento e la nostra Costituzione, arrivando a contestarne la legittimità.
Forse sarebbe utile pure ricordare che proprio il Movimento 5 Stelle insorse quando il parlamento approvò la mozione del PD che prevedeva proprio le famose misurazioni delle onde elettromagnetiche del Muos, bocciando la proposta del Movimento 5 stelle di smantellamento immediato dell’impianto satellitare di Niscemi.Sono lontani i tempi dei proclami elettorali, adesso sono tempi di responsabilità, affidabilità e continuità.
Denunciamo inoltre la volontà da parte della ministra Trenta di scavalcare ed esautorare il Coordinamento dei comitati e tutte le associazioni che da anni si battono contro l’installazione e la messa in funzione del Muos, legittimando come unico interlocutore il sindaco di Niscemi.
Una delegittimazione vera e propria delle istanze dal basso, le stesse che in questi anni hanno prodotto manifestazioni, sit in, ricorsi e controinformazione. Pur convinti che il sindaco di Niscemi pro tempore non voglia cadere nella trappola della ministra vogliamo ricordare che i sindaci passano, ne abbiamo già visti tre nel corso di questa lotta, ma i comitati restano e resistono perché espressione dei territori e dei tessuti sociali. Ora, davanti alle conferme scaturite dall’intervista del ministro a 5 Stelle, i deputati e dirigenti siciliani di questo partito sono rimasti muti e imbarazzati. Forse hanno capito che uno schiocco di dita non può bastare a far cambiare la posizione filo USA e filo imperialista del governo.
Noi riponiamo fiducia nella lotta popolare, e ribadiamo di non avere governi amici.