“Aumenta il traffico degli stupefacenti che ha fatto registrare un incremento delle iscrizioni, per il reato di cui all’art. 74 del D.P.R. n. 309/90 nell’anno 2017, pari al 40% circa a riscontro del dato che il narcotraffico si conferma come una delle più redditizie fonti di reddito delle organizzazioni mafiose.
Capillare è l’attività di reimpiego dei capitali provenienti dal narcotraffico ma anche dei proventi dell’attività estorsiva, che rimane comunque la forma più diffusa di controllo mafioso dell’economia legale e del territorio, posta in essere non solo da “Cosa nostra”, ma anche dalla concorrente organizzazione mafiosa c.d. “Stidda”,che opera in modo prevalente nella zona meridionale dell’ex provincia regionale di Caltanissetta (“mandamento” di Gela)
Immutata nel distretto la fisionomia geografica dei territori di riferimento delle organizzazioni mafiose.
Lo scenario presenta nella parte settentrionale della provincia i “mandamenti” mafiosi di Vallelunga Pratameno (che comprende anche il territorio di Caltanissetta) e di Campofranco e, nella parte meridionale, i “mandamenti” di Riesi e di Gela, “mandamento”, quest’ultimo ( dove operano, oltre che la “famiglia” di Gela, anche quelle di Niscemi e Mazzarino), caratterizzato dalla coesistenza, con alterne vicende, della “Stidda” con le due fazioni di “Cosa nostra” (Rinzivillo ed Emmanuello), oltre che con altro gruppo autonomo facente capo a Giuseppe Alferi.
Nel territorio della provincia di Enna convivono ben cinque “famiglie” di “Cosa nostra”: la “famiglia” di Enna, quella di Calascibetta, quella di Villarosa, quella di Pietraperzia e quella di Barrafranca”. Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.