Pubblicato il: 19/02/2019 alle 18:49
“L’accordo tra ENI e Adnoc, compagnia petrolifera degli Emirati arabi, definito di alto valore strategico dal governo nazionale, sembra essere l’ennesimo progetto di delocalizzazione messo in atto a discapito del comprensorio di Gela già devastato sia dal punto di vista ambientale che economico-sociale”. Lo dice Giuseppe Arancio parlamentare regionale del PD.
“Le politiche di espansione di Eni, che solo pochi anni fa dichiarava la necessità di chiudere le raffinerie di Porto Marghera, Taranto, Gela e potenzialmente la vendita di Livorno a causa di un dimezzamento della capacità di raffinazione conseguenza di un calo stabile ed irreversibile del mercato, – spiega Arancio – sembrano contraddire la scelta dell’accordo con la compagnia araba che, solo a 4 anni di distanza, incrementa la produzione giustificandola con un aumento della richiesta.
Sarebbe opportuno chiedere al Governo nazionale chiarimenti in ordine alle politiche strategiche di Eni, – aggiunge il parlamentare democratico – soprattutto in relazione alla chiusura di siti industriali e alla compressione di mercati che poi sono alimentati con investimenti equipollenti in altre aree geografiche specificando se i mercati che si vogliono rifornire con l’operazione siano quelli di Europa, Africa ed Asia nel qual caso appare ancora più incomprensibile la chiusura del polo industriale di Gela per la sua posizione strategica”.