«Dopo l’iscrizione di Montante nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa e la diffusione della notizia sui giornali le tutele di cui Montante godeva, invece di venir meno si sono addirittura rafforzate». E' quanto ha detto il presidente della Commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, che oggi ha illustrato la relazione approvata all’unanimità dalla commissione sul cosiddetto Sistema Montante.
«Abbiamo ascoltato tutti i dirigenti che si sono succeduti – ha spiegato Fava -, ci sono state due categorie di comportamenti nei loro confronti: quelli da premiare perchè disponibili alla benevolenza e alle direttive e quelli che andavano cacciati via. Con liste di proscrizione elaborate a tavolino in cui si decideva quelli che dovevano uscire dagli assessorati». Fava ha anche parlato dei "provini che questi dirigenti fossero chiamati a tenere prima di entrare all’assessorato. Provini da fare a casa di Montante. In un caso arrivando anche alla impudenza di fare mettere per iscritto al dirigente che doveva essere indicato dall’assessore, ciò che Montante voleva che facesse. Una scrittura privata totalmente illegittima in triplice copia: una da dare all’Assessore, una a Montante e una al futuro dirigente".
Il ruolo dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, nel sistema Montante? "Avremmo voluto chiederlo se non fosse stato impegnato alla buvette o a Bruxelles…". ha detto. «"Non sappiamo quale sia stato il suo ruolo – ha sottolineato -. La sensazione è che fosse un esecutore, con un ordito che andava ben oltre i destini della maggioranza di Crocetta».
La relazione dell’Antimafia regionale è strutturata in sei capitoli ed è lunga circa 100 pagine. E’ stata votata all’unanimità. Il lavoro della commissione dell’Assemblea regionale siciliana è durato dieci mesi e sono state svolte 49 audizioni.