Pubblicato il: 10/03/2015 alle 11:58
Questa mattina si è svolta all’istituto comprensivo “Don L. Milani” in via Filippo Turati una dimostrazione pratica di come si crea una pecorella pasquale.
Per il secondo anno consecutivo la dirigente scolastica Francesca D’Asaro ha aperto le porte ai pasticceri Nidro, il cui laboratorio si trova in via Redentore, per mostrare ai suoi piccoli allievi come si realizzano le creazioni che si vedono dalle vetrine dei negozi. Nei prossimi giorni i due maestri ripeteranno la dimostrazione anche nei plessi dell’Aldo Moro e della Gianni Rodari.
Tutti i bambini, di età compresa tra i 3 e i 5 anni, sono rimasti fermi ad ammirare come un panetto di pasta reale potesse trasformarsi in una pecorella che celava, al suo interno, un profumato ripieno di mandorla o di pistacchio.
La dimostrazione rientra all’interno del programma scolastico che, quest’anno, in occasione dell’Expo 2015, vuole far conoscere ai bambini le tradizioni culinarie della propria terra e che, a causa della diffusione dei prodotti commerciali e delle reclame televisive, talvolta vengono trascurate o, peggio, completamente ignorate.
Dimostrazioni dai “maestri” e prove pratiche: solo in questo modo i bambini possono scoprire il mondo che li circonda e apprezzare la qualità dei prodotti artigianali. Le maestre Biagia Cosentino, Gaetana Cino, Fausta Caldarella e Adriana Matraxia avevano già fatto modellare ai bambini la pasta di mandorla e creare la coloratissima frutta martorana ma, in un coro unisono, i bambini delle quattro classi hanno ammesso che “è stato più bello vedere i pasticceri. Loro sono più bravi a modellare la pasta e poi la pecorella ha un ripieno buonissimo”.
A casa oggi i piccoli torneranno con l’acquolina in bocca e una pecorella tra le mani che, adagiata in un piccolo vassoio, ha davanti dei piccoli cespugli di zucchero.
“Il nostro intento è quello di non far scomparire questa tradizione” hanno commentato i pasticceri. Negli ultimi anni tutti i laboratori artigianali hanno riscontrato un sensibile calo nelle vendite: i clienti, infatti, optano per le colombe o le uova di Pasqua dimenticando come brillavano i loro occhi quando, da piccoli, scartavano il pacchettino della pasticceria sognando, già solo al profumo, già di addentare un bel pezzo di “lana”.