Pubblicato il: 12/03/2015 alle 18:20
Leandro Janni, presidente del consiglio regionale di Italia Nostra Sicilia si oppone al disegno di legge (n. 602) denominato “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici”, in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana che definisce simile “alla logica rozza e sbrigativa dello Sblocca Italia. In ossequio ai dettami contemporanei del “fare” – ha continuato Janni -, proponendosi di rilanciare l’asfittico comparto edilizio e invogliando i cittadini a effettuare interventi di ristrutturazione negli antichi fabbricati, il disegno di legge intende superare le note “difficoltà di elaborazione e approvazione dei piani particolareggiati”, consentendo interventi diretti e immediati sulle singole unità edilizie, bypassando dunque i tradizionali, imprescindibili strumenti urbanistici e pianificatori. Per raggiungere tali obiettivi, la proposta legislativa si fa portatrice di una preoccupante e sconcertante serie di “semplificazioni”, ricorrendo a regole generiche e sommarie, uguali per tutti i comuni dell’isola – da Siracusa a Ragusa Ibla, da Catania a Palermo, da Erice a Caltanissetta. E’ evidente che in tal modo si considera secondario, assolutamente marginale, l’obiettivo basilare della tutela e della conservazione del patrimonio storico e artistico, indicato chiaramente dall’art. 9 della Costituzione. Per Italia Nostra questo è inaccettabile. Noi riteniamo che le “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici” possano rappresentare lo strumento funzionale per aggirare piani e regole fondamentali, per rimuovere quelle analisi storiche e urbanistiche imprescindibili per comprendere le diverse, peculiari realtà territoriali. Pertanto – conclude il presidente di Italia Nostra Sicilia -, manifestiamo la nostra più decisa opposizione, richiamando invece i principi della carta di Gubbio, a cominciare dalla pianificazione preventiva. Chiediamo quindi che si soprassieda al voto in Aula di tale nefasto provvedimento legislativo, che costituisce un grave pericolo per la sopravvivenza dei centri storici siciliani. Auspichiamo gli approfondimenti necessari con esperti e specialisti della delicata e complessa materia”.