Un tratto di mare antistante le coste di Gela, continua ad essere inquinato e quindi non balneabile. A volte il divieto è collegato all’inquinamento o a motivi di sicurezza. In vista della stagione balneare che prenderà il via il primo maggio e si concluderà il 31 ottobre e a seguito di quanto pubblicato lo scorso 19 marzo sulla Gazzetta Ufficiale della Regione, il commissario straordinario del Comune di Gela, Rosario Arena, ha emesso un’ordinanza contenente il divieto di balneazione.
A Gela rimangono vietati perché inquinati, così come negli anni passati i seguenti tratti di mare: i 570 metri ad ovest del fiume Gela, i 90 metri della Foce del fiume Gela, i 200 metri ad ovest del torrene Gattano, i 400 metri della Foce del torrente Gattano e i 200 metri ad est del torrente Gattano. Inoltre in gazzetta è citata la spiaggia del Porto di Gela, e quella della zone industriale.
Ci sono poi delle zone dove non sarà possibile fare il bagno per motivi di sicurezza. Si tratta della spiaggia di località Bulala, del pontile sbarcatoio (38 metri), del lato esterno il molo di ponente Porto di Gela (290 metri), di un tratto di Montelungo, Manfria scoglio Est e scoglio ovest (per circa 100 metri).
I tratti di mare adibiti alla balneazione sono: Lido “La Conchiglia”, Ovest Lanterna, Ovest Porto Rifugio, Lido Macchitella, Punta Secca, Foce Roccazzelle e Manfria.
Il periodo di campionamento delle acque di mare quindi andrà da maggio ad ottobre.
Presto dovranno quindi essere installati, nelle zone dichiarate non balneabili, i relativi cartelli segnaletici di “Divieto di Balneazione”, che dovranno essere in numero adeguato, metallici e posizionati in aree facilmente visibili, su cui sarà segnalato il motivo del divieto. In realtà, non si tratta di una novità per i bagnanti di Gela, perché si tratta di zone inquinate da anni e nel tempo nulla è cambiato. Si tratta di zone poco frequentate dai gelesi, che preferiscono frequentare le spiagge del lungomare, Macchitella, Manfria e Roccazzelle.