Pubblicato il: 21/04/2019 alle 10:55
L’assessorato regionale alle autonomie locali “bacchetta” il Comune di Gela per i mancati servizi considerati obbligatori e non espletati dal Comune di Gela a favore dei disabili. La vicenda prende spunto da una segnalazione inviata alla Regione, da parte dell’avvocato Paolo Capici, consulente dell’Associazione H, un’associazione che si batte da anni a favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche e per il rispetto dei diritti dei disabili. Il responsabile del procedimento dell’assessorato regionale, Vincenzo Raitano, ha inviato una lettera al segretario del Comune di Gela e al prefetto chiedendo che entro trenta giorni, il Comune provveda a fornire alla regione “un circostanziato rapporto”, su quanto denunciato dall’associazione H. In caso di inadempienza, la regione interverrà predisponendo “un apposito intervento ispettivo”.
Lo scorso 25 marzo, Capici aveva chiesto la nomina di un commissario ad acta per garantire ai disabili tutti quei servizi obbligatori e non espletati dal Comune di Gela. “Da venti anni ad oggi – si legge nella lettera inviata da Capici alla regione – il Comune di Gela, sebbene più volte diffidato, è rimasto inerte e inadempiente in merito all’obbligo di fornire alla popolazione dei diversamente abili molti servizi” previsti dalla legge. Capici evidenzia soprattutto come di fronte ad un regolamento comunale, approvato nell’agosto del 2018, “laddove viene sancita l’obbligatorietà di un bando unico per il trasporto di soggetti con disabilità, il Commissario e il dirigente dell’assessorato ai servizi sociali, continuano a prorogare da oltre venti anni alcuni servizi, mentre ci sono dei disabili che da 15 mesi sono stati lasciati a casa, isolati. Stessa situazione per la mancata apertura dei centri diurni sottoscritta dal dirigente ma ad oggi rimasta lettera morta con buona pace per le famiglie che continuano ad attendere e a costernarsi per i loro figli”. Meno di un mese fa, una folta delegazione di disabili gelesi, con le loro carrozzelle, protesò contro l’amministrazione comunale per aver sospeso il servizio di trasporto personalizzato da casa al lavoro o ai luoghi di cura, e chiesto il pagamento di ticket arretrati offrendo in cambio l’uso gratuito degli autobus di linea urbana, non tutti dotati di pedana di accesso.