Pubblicato il: 01/05/2019 alle 15:50
Giusi Savatta, l’ex insegnante di sostegno Gela che il 27 dicembre del 2016 strangolò le sue due figlie di 9 e 7 anni, Maria Sofia e Gaia, era incapace di intendere e di volere nel momento in cui ammazzò le sue bambine. Questo quanto è emerso dalla perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta. I periti, hanno riconfermato, così come era già successo nel giudizio di primo grado, quanto era emerso da un’altra perizia. Le condizioni psicologiche della donna sarebbero peggiorate e dalla documentazione in possesso degli esperti, emergerebbe un quadro clinico ancora più complesso rispetto a quanto si verificò in quella casa di via Passaniti. La donna, nonostante sia ricoverata in una struttura adeguata, pare che non reagisca alle terapie alle quali è sottoposta. Soffriva e ancora oggi soffre di delirio paranoide. La perizia è stata disposta su richiesta della parte civile secondo la quale la prima perizia non sarebbe stata sufficiente.
L'imputata, assistita dagli avvocati Pietro Pistone e Maria Luisa Campisi, in primo grado, era già stata assolta dal Gup del Tribunale di Gela, Paolo Fiore, perché giudicata incapace di intendere e di volere al momento dei fatti contestati. La sentenza venne impugnata dal marito, costituitosi parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra, ma solo ai fini civilistici, dunque, solo per l'eventuale risarcimento del danno. Il duplice omicidio venne scoperto proprio dal marito, che rientrò in casa mezz'ora prima del previsto con la spesa in mano, trovando Maria Sofia e Gaia ancora in pigiama, distese a terra. La donna, temeva di essere lasciata dal marito. Quel 27 dicembre del 2016, dopo aver strangolato le due figlie, Giusy Savatta, disse di aver tentato di uccidersi ingerendo candeggina e avvolgendosi il tubo della doccia al collo per soffocarsi.
Ai carabinieri che l’arrestarono disse di avere agito in preda a un raptus di follia causato dalla paura che il marito, Vincenzo Trainito, si separasse da lei abbandonando le bambine.