Pubblicato il: 10/05/2019 alle 22:56
“Il dispositivo della sentenza mi pare che dia largamente conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro che la procura di Caltanissetta ha svolto in questi anni e fa in qualche modo anche giustizia di alcune affermazioni che ho avuto modo di sentire durante il processo”. Lo ha detto il procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone, a margine della sentenza emessa dal Gup di Caltanissetta nei confronti di Antonello Montante e di altri cinque imputati”. Durante la sua arringa, il legale dell’ex presidente di Confindustria, l’avvocato Giuseppe Panepinto aveva affermato che questo processo aveva subito forti pressioni mediatiche. “Non capisco – ha detto Bertone rispondendo alle domande dei cronisti – a cosa faccia riferimento l’avvocato. La procura si è mossa in condizioni di assoluta libertà senza nessun condizionamento. Abbiamo cercato soprattutto le prove per ricostruire questo sistema che ha trovato riconoscimento nel dispositivo della sentenza. Il fatto che la commissione antimafia farà un’indagine su questo processo è un altro profilo che non riguarda noi. Certamente il sistema che è stato delineato dalle indagini pone la necessità di ulteriori verifiche sui rapporti tra uomini che svolgono attività pubblica e altri soggetti e probabilmente sotto questo profilo la commissione antimafia vuole acquisire ulteriori elementi. Mi pare evidente che la sentenza dia conferma di quello che si è delineato nel corso delle indagini” e cioè che esisteva un sistema Montante.