Pubblicato il: 11/05/2019 alle 19:26
Per i credenti è lo Spirito Santo a guidare la volontà dei cardinali riuniti in conclave per eleggere il nuovo Papa. Speriamo che nella prossima notte Esso possa scendere ad illuminare la coscienza dei nisseni chiamati ad eleggere il nuovo sindaco. Caltanissetta muore e davvero, ora come mai, necessita di una guida autorevole e illuminata. Il nostro auspicio è che venga premiata dal popolo la libertà di scegliere il meglio, senza subire alcun condizionamento, e la possibilità di governare senza la necessità di onorare cambiali.
In attesa del responso delle urne alcune indicazioni, utili a rendere l'idea dello stato attuale della politica nissena, sono emerse nel corso della campagna elettorale. Rimandando al dopo elezioni un'analisi approfondita, si può subito constatare come sia mancata una risposta organizzata della società civile al grave stato di decadimento generale. La crisi evidente dei partiti, alcuni dei quali hanno temuto a tal punto la disfatta da evitare di mettere il proprio simbolo, non ha innescato una reazione virtuosa della borghesia, che dovrebbe essere illuminata, e dei ceti produttivi. Abbiamo anche dovuto assistere alla penosa esibizione politica di pensosi professionisti che, partiti per cambiare la città, essendo privi di reale consenso, hanno finito per appoggiarsi a rottami giovanili della peggiore politica clientelare al solo scopo di incrementare i numeri.
Abbiamo poi assistito al trionfo del peggiore trasformismo, antico italico male che rischia di influenzare anche il ballottaggio. Da tale punto di vista l'attivismo frenetico di alcuni aspiranti consiglieri comunali, impegnati nella ricerca porta a porta di consensi per il candidato dei partiti avversari di quello in cui si sono candidati pochi giorni fa, è fenomeno davvero penoso e inquietante. Esso ci dà la prova della scomparsa di ogni orizzonte ideale dell'agire di molti politicanti di basso livello e della anteposizione del proprio tornaconto personale su ogni altra valutazione. Diverso sarebbe stato se il loro partito si fosse apparentato con i partiti che sostengono quel candidato. In mancanza di un tale accordo viene a mancare ogni connotazione idealistica, o semplicemente programmatica, e residua soltanto la dimensione della ricerca del potere personale. Delude ancora di più che tra gli attivi cercatori di consensi per quello che dovrebbe essere un avversario, ci sia qualche aspirante rifondatore della sinistra che verrà.
Tale stato di cose, ancora una volta, necessita di rimedi radicali che probabilmente, in mancanza di una capacità di autoriformarsi della politica, rischiano di provenire da elementi estranei alla stessa. Avremo occasione di parlarne meglio dopo le elezioni. Sergio Iacona