Pubblicato il: 14/04/2015 alle 11:05
Il decadimento strutturale dell'autostrada A19 CT-PA, all'altezza dell'uscita di Scillato, mette a dura prova, ancora una volta, le condizioni lavorative degli imprenditori della provincia di Caltanissetta che hanno rapporti economici con le aziende e i cittadini della provincia di Palermo. Il ritardo strutturale in cui versa la nostra Sicilia, acuisce ancora di più tale problematica, essendo una regione che conosce,come mezzo di trasporto, unicamente veicoli su strada.
Ed è per questo che la Confcommercio Caltanissetta vuole dichiarare lo stato di allerta “civile” e “commerciale” della provincia nissena sollecitando il sindaco e la giunta Ruvolo , l'assessore alle Infrastrutture, i deputati regionali Miccichè e Cancellieri affinchè venga istituito un servizio continuo, diretto e dedicato, per collegare tutte le realtà comunali che tra Caltanissetta e Palermo subiscono il disagio.
“E' ben nota a tutti – si legge nella nota -, la condizione in cui versa il servizio ferroviario siciliano: se da Roma in su, si parla di Freccia Rossa, treni ad alta velocità, nella nostra isola si parla ancora che la durata del servizio ferroviario Caltanissetta – Palermo è di circa 4 ore, senza considerare ritardi o eventi straordinari. E in una situazione come quella che si è venuta a creare, si aggiungono anche i ritardi cronici che la pubblica amministrazione ha e avrà per avviare il processo di sistemazione dell'autostrada, da un punto di vista burocratico (i bookmakers già danno ad alto punteggio che tra qualche decennio, si scoprirà che l'appalto dell'autostrada sarà stato dato a qualche azienda collusa con ambienti malavitosi e che gli stessi avranno utilizzato materiale di scarsa qualità). Nel frattempo cosa devono fare gli imprenditori o i professionisti: dimenticarsi la zona del palermitano per il proprio business? o rassegnarsi ad investire un intera giornata per svolgere lavori di poche ore, con investimenti economici buttati al vento? L'imprenditore nisseno deve abbandonare l'idea di poter ancora servire i tanti clienti della zona delle Madonie? Il cittadino nisseno, deve dimenticarsi il piacere di andare a godere del bellissimo golfo cefaludese, o magari la propria casa acquistata nelle varie località marittime del Palermitano? I nostri ragazzi universitari, che con tanti sacrifici frequentano l'università da pendolari tra la nostra città e quella di Palermo, dovranno rinunciare a frequentare l'ateneo? Le nostre strutture alberghiere, dovranno rinunciare al turismo proveniente dall'aereoporto di Palermo per i prossimi 10 anni?
Questo “sfortunato” accadimento, ha, di colpo, fatto piombare la nostra provincia nella crudele realtà ove ci troviamo: ovvero in una terra che vive di servizi che erano obsoleti già tanto tempo fa, grazie ad una politica passata che ha pensato solo a i propri tornaconti. Ebbene, la Confcommercio non ci sta”.