Pubblicato il: 19/06/2019 alle 16:54
Un documento che attesta che Vincenzo Scarantino fu congedato dal servizio militare perché ritenuto dai medici "neurolabile" è stato prodotto questa mattina nell'ambito del processo sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio, che si celebra a Caltanissetta, dall'avvocato Rosalba Di Gregorio, legale di Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina e Gaetano Murana, ex imputati falsamente accusati e poi scagionati e scarcerati. Secondo quanto risulta nel documento del 1986 a Scarantino venne diagnosticata una "Reattività nevrosiforme persistente in neurolabile". Di Gregorio in apertura dell'udienza ha chiesto la produzione delle sentenza per calunnia a carico dello stesso Scarantino. "Io ero un collaboratore non un pentito. Il pentito si pente delle cose. Loro attraverso me volevano che nascessero altri pentiti. Per me è stato insopportabile soggiacere a queste torture", ha aggiunto Scarantino durante il controesame. Scarantino ha anche parlato della Fiat 126 utilizzata per la strage spiegando che lui ha parlato di un'automobile che era ridotta a un rottame perchè ne prelevava i pezzi e che poi era sparita. "Mi convinsi a collaborare con gli inquirenti – ha anche detto l'ex picciotto della Guadagna – a causa del terrorismo psicologico che subivo in carcere a Pianosa. Tutto il terrorismo che mi hanno fatto, non solo mentale ma anche fisico. E' stato un cumulo di tante cose".
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere per ogni domanda che riguarda i magistrati", ha riferito il falso collaboratore alla domanda dell'avvocato della difesa Giuseppe Seminara, sui magistrati indagati a Messina in merito alle dichiarazioni rese dal lui stesso nel processo Borsellino quater. Carmelo Peatralia e Anna Maria Palma, ex pm in servizio nel pool che indago' sulla strage di via D'Amelio, sono infatti indagati per il depistaggio dell'inchiesta sull'attentato costato la vita al giudice Paolo Borsellino. I reati ipotizzati sono quelli di concorso in calunnia aggravato dall'avere favorito Cosa nostra. L'avvocato Seminara aveva chiesto anche di ricordare l'episodio di Genova quando Scarantino, dopo il litigio con il poliziotto Mario Bo, si incontrò con il magistrato Carmelo Petralia. Anche in questo caso il teste si è avvalso della facoltà di non rispondere.