Pubblicato il: 28/06/2019 alle 10:21
La Cassazione conferma quanto avevano già stabilito i giudici del Tribunale del riesame di Caltanissetta: annullamento dell’accusa di tentato omicidio – resta in piedi solo quella di lesioni con l’aggravante dell’uso dell’arma – per la sancataldese Sonia Ingaglio, 32anni, che dunque potrà restare in libertà in attesa che si chiuda l’inchiesta a suo carico per il ferimento dell’ex fidanzato, il deliano Giuseppe Randazzo, 36 anni.
La sera del 5 gennaio scorso i due si erano incontrati nei pressi del locale di via Luigi Monaco, ma la discussione era preso degenerata e Sonia Ingaglio colpì l’ex con una coltellata all’addome, sostenendo però di essere stata aggredita dall’uomo, che avrebbe anche cercato di afferrarla per la gola. Randazzo, stando a quanto sostenuto dalla ex, non si era rassegnato alla fine della loro storia, tanto che la vicenda ha avuto anche un’altra appendice in cui Randazzo, difeso dall’avvocato Giuseppe Fazio, è finito sotto processo per stalking e altre accuse.
Restando a quanto accaduto lo scorso 5 gennaio, però, magistrati investigatori avevano ritenuto che Sonia Ingaglio fosse colpevole di tentato omicidio, in quanto avrebbe sferrato la coltellata all’ex con l’intenzione di ucciderlo. Una tesi che l’indagata ha respinto fin dall’interrogatorio successivo al proprio arresto, raccontando di avere vissuto in uno stato di paura totale per diversi mesi, viste le continue persecuzioni del suo ex, tanto da avere deciso di acquistare, nel novembre di un anno fa il coltellino usato nel corso della lite, che, a suo dire, portava sempre con sé proprio per paura di essere aggredita.
La decisione del Tribunale del riesame non aveva però convinto la Procura nissena, che ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere che venisse riconosciuta l’accusa di tentato omicidio e l’applicazione degli arresti domiciliari, sostenendo che ci fosse la volontà di uccidere l’ex, da parte della stessa Ingaglio.
L’avvocato difensore Massimiliano Bellini ha invece chiesto che il ricorso fosse respinto, sostenendo che la sua assistita si era presentata all’incontro con il suo ex in uno stato psicologico di disagio visti i continui tormenti che aveva subito e anche quella sera Randazzo, così emergerebbe dalle telecamere, l’aveva aggredita fisicamente, senza che nessuno dei clienti del locale fosse intervenuto per difenderla. (Vincenzo Pane, La Sicilia)