«E poiché hanno seminato vento raccoglieranno tempesta. Il loro grano sarà senza spiga, se germoglia non darà farina, e se ne produce la divoreranno gli stranieri» (dal libro del profeta Osea, 8,7). Italia, 8 agosto 2019. Sudato e in costume da bagno, piuttosto stralunato, Matteo Salvini (vicepremier e ministro dell’Interno), alla vigilia del Ferragosto, ha innescato la crisi di governo. Una crisi di governo che in molti si aspettavano, ma che avviene in un periodo di vacanza, quando di solito l’attività politica è sospesa. In un comunicato diffuso alle 18 dell’8 agosto, Salvini ha chiesto al premier Giuseppe Conte di convocare immediatamente il parlamento «per prendere atto che non c’è più la maggioranza». Salvini ha anche chiesto di «restituire rapidamente la parola agli elettori». Nella conferenza stampa di replica, Conte è stato molto duro nei confronti di Salvini:
egli, infatti, ha cominciato il suo discorso ricordando a tutti che l'esecutivo da lui presieduto ha sempre lavorato ogni giorno per il bene del Paese, e che non era sicuramente in spiaggia. Ad ogni modo, martedì 20 agosto il premier Conte si presenterà in Senato per rendere le sue comunicazioni. Italia, 18 agosto 2019. Il governo giallo-verde (5Stelle e Lega) non esiste più. Insomma: la “ruota della fortuna” si è fermata. E pare si sia fermata soprattutto per Matteo Salvini. E d’altronde a tutto c’è un
limite. E d’altronde non si può innescare una crisi di governo senza sapere minimamente cosa fare, dopo. Tra l’altro, mentre si è in spiaggia, nella calura estiva, tra il popolo festante e vociante dei selfie. E stavolta è intervenuto Beppe Grillo in persona (al diavolo la piattaforma Rousseau!) che, ai vertici 5Stelle – Di Maio, Di Battista, Fico, Patuanelli, D'Uva e Taverna – ha detto: «Salvini non è più credibile». Dunque il “capitano” è rimasto solo. Certo, c’è sempre la Meloni e forse persino il vecchio Berlusconi. Salvini, comunque, reagisce male e dice: «Meglio finire in galera che governati dal Pd». Insomma, il leader leghista si dice pronto a tutto pur di non far nascere un (eventuale) esecutivo giallo-rosso (5Stelle e Pd). Ma Grillo, implacabile, sentenzia: «Meglio Renzi». E infine ci si mette anche il solito Saviano che, a proposito della “questione Open Arms” e di Salvini dice: «Il suo destino è il carcere». Che altro dire? Nulla. In attesa di “buone nuove” – si fa per dire.
Leandro Janni